venerdì 28 giugno 2013

DOMENICA DI TUTTI I SANTI

DOMENICA DI TUTTI SANTI




LETTURA DELLA DOMENICA

30/06/2013

Apostolo

Ebrei 11,33 - 12,2


Fratelli ....i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. 
Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. 
Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati - di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa: Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi. Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio.

Vangelo

Matteo 10, 32-33. 37-38; 19, 27-30

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.
Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».





venerdì 21 giugno 2013

DOMENICA DI PENTECOSTE

DOMENICA DI PENTECOSTE




LETTURA DELLA DOMENICA 
23/06/2913

Apolitikion

Benedetto sei Tu, o Cristo Dio nostro, che hai mostrato sapienti i pescatori per aver mandato lo Spirito Santo, e per mezzo di essi hai preso nelle reti il mondo; o amico degli uomini, gloria a te.



Apostolo

Atti 2,1-11

Fratelli ...... mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.  Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.  Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro;  ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.
 Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo.  Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.  Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei?  E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?  Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia,  della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma,  Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio»
.


                                        


Vangelo

Giovanni 7, 37-52

 Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva  chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno».  Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.
 All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!».  Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea?  Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?».  E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
 Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso.  Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?».  Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!».  Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi?  Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei?  Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».  Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù:  «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?».  Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea».

Giovanni 8,12

Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».







lunedì 17 giugno 2013

Benedizione icona San Costantino ed Elena (Foto)

DOMENICA 16/06/2013 

 E' arrivata nella nostra parrocchia  icona dei Santi Costantino ed Elena  patroni della ns parrocchia
dopo la celebrazione della  Santa Liturgia padre Anatoliy ha benedetto l'icona 
icone dipinte (scritte) da presbitera Raffaela Augelli







L'icona di San Nicola  arrivata il giorno delle Palme































mercoledì 12 giugno 2013

DOMENICA DEI SANTI PADRI DEL PRIMO CONCILIO DI NICEA

DOMENICA DEI SANTI PADRI 


DEL PRIMO CONCILIO DI NICEA


 Domenica dei Santi Padri del Primo Concilio di Nicea





LETTURA DELLA DOMENICA

16/06/2013



Apolitikion


Le potenze angeliche vennero al tuo sepolcro e i custodi ne furono tramortiti. Maria invece stava presso il sepolcro in cerca del tuo immacolato corpo. Hai predato l’inferno, non fosti sua preda; sei andato incontro alla Vergine, elargendo la vita. O Signore, risorto dai morti, gloria a te.

Tu sei più che glorioso o Cristo Dio nostro perché hai stabilito come astri nella terra i padri nostri e per mezzo loro ci hai guidati tutti alla vera fede: o tu che sei pieno di ogni compassione, gloria a te.

* * * * *

Ascendesti nella gloria, o Cristo Dio nostro, e rallegrasti i discepoli con la promessa del Santo Spirito, essendo essi confermati per la tua benedizione, che tu sei il Figlio di Dio, il Redentore del mondo.


Kondakion


Dopo aver compiuto l’economia in nostro favore e unito le creature celesti alle terrestri, sei asceso al cielo in gloria, o Cristo Dio nostro, senza separarti da nessuna parte, ma rimanendo sempre unito e dicendo a coloro che ti amano: Io sono con voi e nessuno contro di voi.

Apostolo



Dagli Atti degli Apostoli 20, 16-18; 28-36 

Fratelli ....  Paolo aveva deciso di passare al largo di Efeso per evitare di subire ritardi nella provincia d'Asia: gli premeva di essere a Gerusalemme, se possibile, per il giorno della Pentecoste. Da Milèto mandò a chiamare subito ad Efeso gli anziani della Chiesa. Quando essi giunsero disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia e per tutto questo tempo:Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue. Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi.
Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l'eredità con tutti i santificati. Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!».
Detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò.



********


Vangelo



Dal Vangelo di Giovanni 17, 1-13


Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia».







AVVISO 06/07/2013

 DIVINA LITURGIA A ORTONA

PATRIARCATO ECUMENICO DI COSTANTINOPOLI
SACRA ARCIDIOCESI ORTODOSSA D'ITALIA E MALTA

Parrocchia ortodossa di San Tommaso Apostolo

Ὀρθόδοξος Ἐνορία

Константинопольский Патриархат Православная Митрополия в Италии и Мальте
ПРАВОСЛАВНИЙ ПРИХОД
Святого Апостола Фомы

Православна парафія Святого Апостола Фоми

CELEBRAZIONE DIVINA LITURGIA

SABATO : 06/07/2013
ore 15.30 - Confessioni / Исповедь / Сповідь
ore 16.00 - Santa Liturgia / Бож.Литургия / Св'ята Літургія
Per informazioni : Padre Anatoliy tel: 3388772387

sabato 8 giugno 2013

Domenica di Pasqua: del Cieco nato

 Domenica di Pasqua: del Cieco nato  



LETTURA DELLA DOMENICA
09/06/2013


Apolitikion


Fedeli, inneggiamo ed adoriamo il Verbo, coeterno al Padre e allo Spirito, che per la nostra salvezza è nato dalla Vergine. Egli si compiacque con la sua carne salire sulla croce e subire la morte e far risorgere i morti con la sua gloriosa risurrezione.

Kontakion

Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all'incontro hai distrutta la potenza dell'inferno e sei risorto qual vincitore; o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, tu che dai ai peccatori la risurrezione.


APOSTOLO

Atti 16:16-34

Fratelli ....mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una giovane schiava, che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto guadagno ai suoi padroni facendo l'indovina.  Essa seguiva Paolo e noi gridando: «Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza».  Questo fece per molti giorni finché Paolo, mal sopportando la cosa, si volse e disse allo spirito: «In nome di Gesù Cristo ti ordino di partire da lei». E lo spirito partì all'istante.  Ma vedendo i padroni che era partita anche la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale davanti ai capi della città;  presentandoli ai magistrati dissero: «Questi uomini gettano il disordine nella nostra città; sono Giudei  e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare».  La folla allora insorse contro di loro, mentre i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli  e dopo averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e ordinarono al carceriere di far buona guardia.  Egli, ricevuto quest'ordine, li gettò nella cella più interna della prigione e strinse i loro piedi nei ceppi.
 Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i carcerati stavano ad ascoltarli.  D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le catene di tutti.  Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le porte della prigione, tirò fuori la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti.  Ma Paolo gli gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui».  Quegli allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando si gettò ai piedi di Paolo e Sila;  poi li condusse fuori e disse: «Signori, cosa devo fare per esser salvato?».  Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia».  E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.  Egli li prese allora in disparte a quella medesima ora della notte, ne lavò le piaghe e subito si fece battezzare con tutti i suoi;  poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.


********

VANGELO


 Giovanni 9,1-38

 Passando vide un uomo cieco dalla nascita  e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?».  Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.  Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare.  Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo».  Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco  e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.  Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?».  Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».  Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?».  Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va' a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista».  Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so».
 Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco:  era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.  Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo».  Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro.  Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».  Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.  E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?».  I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco;  come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso».  Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.  Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».
 Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore».  Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo».  Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?».  Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?».  Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè!  Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia».  Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi.  Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta.  Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato.  Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».  Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
 Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?».  Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?».  Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui».  Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi.