sabato 27 aprile 2013

DOMENICA DELLE PALME

DOMENICA DELLE PALME





Manca solo una settimana alla Pasqua: oggi la Chiesa celebra la Domenica delle Palme e della Passione del Signore; ricorderemo l’ingresso trionfale in Gerusalemme e la sua Passione, sacrificio segno dell’Amore di Cristo per noi.

Ci aiuterà nella meditazione, Sant’Andrea di Creta.
Leggiamo:

Venite, e saliamo insieme sul monte degli Ulivi, e andiamo incontro a Cristo che oggi ritorna da Betània e si avvicina spontaneamente alla venerabile e beata passione, per compiere il mistero della nostra salvezza.

Viene di sua spontanea volontà verso Gerusalemme. E' disceso dal cielo, per farci salire con sé lassù «al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare» (Ef 1, 21). Venne non per conquistare la gloria, non nello sfarzo e nella spettacolarità, «Non contenderà», dice, «né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce» (Mt 12, 19). Sarà mansueto e umile, ed entrerà con un vestito dimesso e in condizione di povertà.
Corriamo anche noi insieme a colui che si affretta verso la passione, e imitiamo coloro che gli andarono incontro. Non però per stendere davanti a lui lungo il suo cammino rami d'olivo o di palme, tappeti o altre cose del genere, ma come per stendere in umile prostrazione e in profonda adorazione dinanzi ai suoi piedi le nostre persone. Accogliamo così il Verbo di Dio che si avanza e riceviamo in noi stessi quel Dio che nessun luogo può contenere. Egli, che è la mansuetudine stessa, gode i venire a noi mansueto. Sale, per così dire, sopra il crepuscolo del nostro orgoglio, o meglio entra nell'ombra della nostra infinita bassezza, si fa nostro intimo, diventa uno di noi per sollevarci e ricondurci a sé.
Egli salì «verso oriente sopra i cieli dei cieli» (cfr. Sal 67, 34) cioè al culmine della gloria e del suo trionfo divino, come principio e anticipazione della nostra condizione futura. Tuttavia non abbandona il genere umano perché lo ama, perché vuole sublimare con sé la natura umana, innalzandola dalle bassezze della terra verso la gloria. Stendiamo, dunque, umilmente innanzi a Cristo noi stessi, piuttosto che le tuniche o i rami inanimati e le verdi fronde che rallegrano gli occhi solo per poche ore e sono destinate a perdere, con la linfa, anche il loro verde. Stendiamo noi stessi rivestiti della sua grazia, o meglio, di tutto lui stesso poiché quanti siamo stati battezzati in Cristo, ci siamo rivestiti di Cristo (cfr. Gal 3, 27) e prostriamoci ai suoi piedi come tuniche distese.
Per il peccato eravamo prima rossi come scarlatto, poi in virtù del lavacro battesimale della salvezza, siamo arrivati al candore della lana per poter offrire al vincitore della morte non più semplici rami di palma, ma trofei di vittoria. Agitando i rami spirituali dell'anima, anche noi ogni giorno, assieme ai fanciulli, acclamiamo santamente: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele».



DOMENICA DELLE PALME

DOMENICA DELLE PALME

                                         




LETTURA DELLA DOMENICA
28/04/2013


                               Apolitikion


Per confermare la comune risurrezione, prima della tua passione, hai risuscitato Lazzaro, o Cristo Dio, onde anche noi, come i fanciulli, portando i simboli della vittoria, a Te, vincitore della morte, gridiamo: Osanna nel più alto dei cieli, benedetto Colui che viene nel nome del Signore.

                                               * * * * *

Sepolti assieme a te o Cristo Dio nostro, per mezzo del battesimo e della tua risurrezione siamo resi degni della vita immortale. Perciò inneggiando gridiamo a Te: osanna nel più alto dei cieli; benedetto colui che viene nel nome del Signore.





                                      

Kondakion


O Cristo Dio, che nei cieli sei assiso sul tuo trono e sulla terra siedi su un puledro, ti siano accette anche le lodi degli Angeli e le acclamazioni dei fanciulli Giudei che a te gridano: benedetto sei Tu che vieni a rialzare il caduto Adamo.




APOSTOLO

Filippesi 4,4-9

Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!

                       


VANGELO

Giovanni 12,1-18


Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele!
Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto sopra un puledro d'asina.
Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto. Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza. Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno.

Sabato di Lazzaro

Sabato di Lazzaro

 


LETTURA DEL 27/04/2013
 
 

APOLITIKION

Per confermare la comune risurrezione, prima della tua passione, hai risuscitato Lazzaro, o Cristo Dio, onde anche noi, come i fanciulli, portando i simboli della vittoria, a Te, vincitore della morte, gridiamo: Osanna nel più alto dei cieli, benedetto Colui che viene nel nome del Signore.

KONDAKION




La gioia di tutti, il Cristo, verità, luce e vita e risurrezione del mondo è apparso per la sua bontà agli abitanti della terra ed è divenuto prototipo della risurrezione, offrendo a tutti il divino perdono.

 
 
 
 
 
APOSTOLO
 
 
Ebrei 12,28-13,9
 Fratelli ....perciò, poiché noi riceviamo in eredità un regno incrollabile, conserviamo questa grazia e per suo mezzo rendiamo un culto gradito a Dio, con riverenza e timore; perché il nostro Dio è un fuoco divoratore.
Perseverate nell'amore fraterno. Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che soffrono, essendo anche voi in un corpo mortale. Il matrimonio sia rispettato da tutti e il talamo sia senza macchia. I fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio.
La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: Non ti lascerò e non ti abbandonerò. Così possiamo dire con fiducia:
Il Signore è il mio aiuto, non temerò.
Che mi potrà fare l'uomo?
Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne usarono
.
 
VANGELO
 
Giovanni 11,1-45
Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato».
All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».
Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».
Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 

 

 

 

 

venerdì 19 aprile 2013

LA V DOMENICA DI QUARESIMA - SANTA MARIA L'EGIZIANA


LA V DOMENICA DI QUARESIMA  
SANTA MARIA L'EGIZIANA



La quinta domenica della Grande Quaresima è dedicata alla memoria di una delle più straordinarie donne della Chiesa: Santa Maria l'Egiziana, la prostituta diventata penitente e asceta: in questi giorni leggiamo in chiesa la sua vita, all'interno della celebrazione del Grande Canone quaresimale. Il brano assegnato alla domenica è il dialogo sul servizio nel Vangelo di Marco: un insegnamento che trae spunto dal desiderio di alcuni discepoli di primeggiare sugli altri. Il secondo brano, la storia della peccatrice che unge di miro i piedi di Cristo, è la variante narrata da San Luca della stessa storia che contempleremo nel Santo e Grande Mercoledì.
Vorrei farvi riflettere oggi sugli strani elementi che noi abbiamo in comune con i personaggi di questi racconti, e come essi si intreccino sapientemente per insegnarci la vita cristiana. Il cammino dei discepoli verso Gerusalemme, e le gelosie che nascono tra di loro, sono lo specchio del cammino della nostra vita verso la Gerusalemme celeste. Anche il desiderio di primeggiare è presente tra noi e ci fa soffrire, anche nelle piccole cose, e anche quando camminiamo assieme come seguaci di Cristo. La soluzione giusta che il Signore ci indica è il servizio: chi aspetta di farsi servire ha già perso in partenza, chi sa mettere da parte i propri piani personali, i propri schemi (e di conseguenza il proprio orgoglio) partecipa invece agli schemi e ai piani ben più grandi della salvezza. È l'eterno invito a fare silenzio dentro la nostra anima, anche se non siamo molto sicuri di cosa ascolteremo, perché Dio possa parlare un po' più chiaro. In fin dei conti, nulla di diverso da quel "credere chiedendo al Signore di aiutare la nostra incredulità" di cui abbiamo letto la scorsa domenica nel brano del genitore e del fanciullo indemoniato.
Un altro atteggiamento da imparare è l'assenza di giudizio verso quanti peccano, e peccano "alla grande", dalla prostituta del brano evangelico di San Luca, fino a Maria Egiziana. Per noi non è poi così difficile astenerci dal giudicare queste donne, che a noi personalmente non hanno fatto niente di male (in altre parole, è facile perdonare dove non c'è niente da perdonare davvero!); è già più difficile non giudicare quelle persone che ci hanno sedotto e portato a peccare nella nostra stessa vita: di fronte a tali persone (e ciascuno di noi ha le sue) ci sentiamo davvero un po' più affini ai farisei che giudicavano la prostituta pentita... 
Ma c'è una ragione per cui dobbiamo essere disposti a umiliarci,a servire, anche quelle persone che pensiamo ci abbiano traviati, traditi, indotti a peccare. Se "c'è più gioia in cielo per un peccatore che si converte che non per novantanove giusti" e se "Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva", allora un peccatore pentito diventa anche uno straordinario canale di grazia per i suoi complici nel peccato. Pensate all'enorme senso di responsabilità di Maria Egiziana quando sosteneva, ancora dopo decenni di vita ascetica, di avere rovinato molte anime: pensate a che abisso di pentimento e di preghiera in cui ella doveva accogliere il ricordo degli uomini con cui aveva peccato... Tanti di noi si sentono felici di essere ricordati un paio di volte nelle preghiere di un amico: considerate quanto sia più grande essere per decenni nelle costanti preghiere di un santo o di una santa! Ciò apre grandi speranze per noi, sia perché molte persone a cui abbiamo dato una cattiva testimonianza possono essere condotte verso la salvezza da un nostro vero pentimento, sia anche perché le stesse persone che ci hanno fatto dei torti, per quanto grandi, possono diventare per noi dei mezzi di salvezza: per questo non impediamo mai loro di riconciliarsi con Dio, anche se i loro gesti, come le lacrime della prostituta, possono sembrarci sconvenienti.
Che la nostra piissima Madre Maria l'Egiziaca ci insegni sempre la via del vero ravvedimento.

V DOMENICA DI QUARESIMA (MARIA L'EGIZIANA)

V DOMENICA DI QUARESIMA 
MARIA L'EGIZIANA


Lettura della Domenica 
21/04/2013

APOLITIKION

In te, o Madre, hai avuto cura di conservare intatta l’immagine divina, poiché hai abbracciata la croce per seguire Gesù, insegnando con l’esempio a disprezzare la carne corruttibile, e ad apprezzare invece l’anima, opera immortale. Giustamente ora il tuo spirito, o Madre Maria, esulta in mezzo agli angeli.

KONDAKION

O invincibile Protettrice dei Cristiani, inconcussa mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le voci di supplica di noi peccatori, ma affrettati, pietosa, a venire in aiuto di noi che con fede a Te gridiamo: o Madre di Dio, non tardare ad intercedere per noi; orsù, muoviti a pregare per noi, Tu che ogni ora proteggi quanti ti venerano.


APOSTOLO

Ebrei 9,11-14

Fratelli..... Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione,  non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna.  Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne,  quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente?

                           




VANGELO

Marco 10,32-45

 Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto:  «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani,  lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà».
 E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo».  Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero:  «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».  Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo».  E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.  Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
 All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.  Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere.  Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore,  e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.  Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

mercoledì 17 aprile 2013

PROGRAMMA DEI S.S. UFFICI DELLA SETTIMANA SANTA 2013


PROGRAMMA DEI S.S. UFFICI DELLA
SETTIMANA SANTA 2013


2/05/2013 GIOVEDI SANTO (Ultima cena-La Santa Passione)
ore 18.30 Ufficio della Santa Passione
Preparazione dell'Epitafios /плащеница/sepolcro
3/05/2013 VENERDI SANTO (La santa passione)
ore 10.30 Ufficio del Mattutino del Sabato Santo (Epitafios)
ore 18.30 Litania dell'epitafios/плащеница
Processione Epitafios
Ritorno alla chiesa
4/05/2013 SABATO SANTO (La discesa agli Inferi)
ore 22.30 Panachida e Ufficio della Mezzanotte
ore 23.45 Litania della Resurrezione
ore 00.00 5/05/2013 Ufficio della Resurrezione (davanti alla
chiesa) ritorno in chiesa e celebrazione della Divina
Liturgia Pasquale di San Giovanni Crisostomo.
Benedizione cestini (uova, formaggi, ecc)