venerdì 30 gennaio 2015

La presentazione al tempio del nostro Signore Gesù Cristo al Tempio - 1 Febbraio 2015

La presentazione al tempio del nostro 

Signore Gesù Cristo al Tempio





Lettura della Domenica

1 Febbraio 2015


Apolitikion

Salve, o piena di grazia, Madre di Dio e Vergine, poiché da te spuntò il sole di giustizia, Cristo Dio nostro, illuminante coloro che giacevano nelle tenebre. Rallegrati anche tu, giusto Vegliardo, che hai ricevuto tra le braccia il Reden-tore delle anime nostre, che ci dona anche la Resurrezione.


Kontakion

Tu che hai santificato con la tua nascita     il seno della Vergine ed  hai bene-detto come conveniva le mani di Simeone, sei venuto e hai salvato anche noi, Cristo Dio. Conserva nella pace il tuo popolo e rendi forti coloro che ci gover-nano, o solo amico degli uomini.


Apostolo

Eb 7,7-17

Fratelli ..... ora, senza dubbio, è l'inferiore che è benedetto dal superiore. Inoltre, qui riscuotono le decime uomini mortali; là invece le riscuote uno di cui si attesta che vive. Anzi si può dire che lo stesso Levi, che pur riceve le decime, ha versato la sua decima in Abramo: egli si trovava infatti ancora nei lombi del suo antenato quando gli venne incontro Melchìsedek.
Or dunque, se la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico - sotto di esso il popolo ha ricevuto la legge - che bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote alla maniera di Melchìsedek, e non invece alla maniera di Aronne? Infatti, mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un mutamento della legge. Questo si dice di chi è appartenuto a un'altra tribù, della quale nessuno mai fu addetto all'altare. È noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda e di questa tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio.
Ciò risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza di Melchìsedek, sorge un altro sacerdote, che non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale, ma per la potenza di una vita indefettibile. Gli è resa infatti questa testimonianza:
Tu sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchìsedek.

Vangelo

Lc 2,22-40

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

AVVISO 31/01/2015 - DIVINA LITURGIA A ORTONA

AVVISO 31/01/2015   

DIVINA LITURGIA A ORTONA

PATRIARCATO ECUMENICO DI COSTANTINOPOLI
SACRA ARCIDIOCESI ORTODOSSA D'ITALIA E MALTA

Parrocchia ortodossa di San Tommaso Apostolo

Ὀρθόδοξος Ἐνορία

Константинопольский Патриархат Православная Митрополия в Италии и Мальте
ПРАВОСЛАВНИЙ ПРИХОД
Святого Апостола Фомы

Православна парафія Святого Апостола Фоми

CELEBRAZIONE DIVINA LITURGIA

SABATO : 31/01/2015
ore 15.30 - Confessioni / Исповедь / Сповідь
ore 16.00 - Santa Liturgia / Бож.Литургия / Св'ята Літургія
Per informazioni : Padre Anatoliy tel: 3388772387

sabato 24 gennaio 2015

Domenica XV di Luca - 25 Gennaio 2015 - San Gregorio di Nazianzo

Domenica XV di Luca

 San Gregorio di Nazianzo

 

Lettura della Domenica
25 Gennaio 2015-01-24


Apolytìkion
Il flauto pastorale della tua teologia ha vinto le trombe dei retori; poiché a te, che avevi scrutato le profondità
dello Spirito, è stata aggiunta anche la bellezza dell’espressione. Padre gerarca Gregorio, prega Cristo Dio di salvare le nostre anime.


 

Apostolo- del Gerarca
Eb 7, 26 – 8, 2
Fratelli, a noi occorreva un sommo sacerdote che fosse santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; che non avesse bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, perché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio reso perfetto in eterno. Il punto principale delle cose dette è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande da sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e della tenda, quella vera, quella che ha piantato non un uomo, ma il Signore.

Vangelo
Lc 19, 1-10

In quel tempo Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e molto ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.

Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È entrato nella casa di un peccatore!". Ma Zaccheo, fattosi avanti, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri, e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".

domenica 18 gennaio 2015

Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani del 2015 Messaggio di Sua Em.nza il Metropolita 18-25 gennaio 2015

Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani del 2015

Messaggio di Sua Em.nza il Metropolita

18-25 gennaio 2015



“DAMMI DA BERE”

Il citato versetto Evangelico, tratto dal passo della Samaritana, conservato dal discepolo dell’amore, l’Evangelista San Giovanni, con la sua descrizione nel suo Vangelo, costituisce un capitolo importantissimo dello straordinario dialogo tra Gesù Cristo e la donna della Samaria.
Tale frase, molto utile e preziosa per la nostra istruzione, sia sotto il punto di vista naturale che mistagogico, costituisce il tema principale dell’attuale Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani.
Ben sappiamo che il popolo di Dio, ai tempi dell’Antico Testamento, si trovò nel deserto senz’acqua. Ricordiamo che Dio inviò Mosè e Aronne in suo soccorso “a fare sgorgare acqua dalla roccia”.
Ben sappiamo, cari fratelli, che l’acqua costituisce una delle prime necessità della vita umana e di altro genere: viaggi, forte calore solare, fatica, stanchezza e altro richiedono naturalmente acqua.
L’inatteso e gioioso incontro tra Gesù Cristo e la Samaritana, con il loro straordinario dialogo nei pressi del Pozzo di Giacobbe, che, naturalmente, è una splendida dimostrazione ed esempio di speranza per la stabilità e l’utilità del dialogo, creerà nuovi sviluppi essenziali, darà speranza e forza, farà convertire, prenderà la luce e la Grazia di Dio.
La giovane donna della Samaria, ferita dal peccato, cerca umanamente la propria liberazione dalla fatica quotidiana: “Signore dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua” (Gv 4, 15).
Abbiamo, dunque, un pozzo con acqua, che Gesù Cristo desidera. E’ stanco, sta viaggiando e vuol bere. Abbiamo, tuttavia, anche un'altra acqua, che Cristo offre e dalla quale sorge la vita eterna. Nella realtà, il suo Interlocutore Straniero le offre una nuova acqua, un'acqua per la vita eterna. La rassicura che: “Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv. 4,13-14).
Questo incontro molto semplice e umile, che, col tempo, avrà una gloriosa conclusione celeste, c’invita allo studio e all'approfondimento del contenuto di questa frase salvifica, che è di altissimo significato non solo sotto l'aspetto naturale, ma anche sotto quello pastorale e teologico. E' un fatto incontestabile che questo incontro sia per noi un notevole aiuto – forza - vita, che può giocare un ruolo costruttivo, anche nel cammino dei fedeli e nella vita di ciascun uomo di buona volontà e buona disposizione nei confronti del “Divino Testamento”“affinché siano una sola cosa”, per un vero dialogo, che guiderà il fedele o la persona coscienziosa a comprendere il contenuto soprannaturale di questa divina verità che unisce il fedele con il Signore della gloria e gli dona la vita eterna.
Questa famosa frase, la quale, in sostanza, proclama che le persone, le Comunità, le culture, le religioni e le nazioni, innanzitutto riconoscono di avere bisogno l'uno dell'altro e che, quindi, dobbiamo accogliere, ricevere dall'altro tutto ciò che è prezioso e utile in genere per il bene spirituale e l'utilità sociale dell'uomo.
L'uomo fedele e virtuoso medita e si prende cura per quanto può delle necessità del proprio prossimo, prega per lui e si affretta a ricercare la riconciliazione e la fratellanza, per la pace e la propria unione con l'altro. Lotta per il cambiamento del suo antico comportamento e tutta la sua mente e la sua preghiera sono rivolte ad abbracciare Cristo e a seguire la via che conduce al punto che“tutti siano una sola cosa”, affinché il mondo creda. Senz'altro, si tratta di un “Testamento”, che si riferisce totalmente a lui. Giungeremo ad esso, o, piuttosto, lo compiremo, qualora il nostro percorso seguirà la via del Signore, il Quale è la Fonte della vera vita e le acque della sua Fonte sono “limpide come Cristallo”, come la descrive l'Apocalisse di San Giovanni (Ap 22,1), che disseminano la luce e la verità, fondano l'amore e la giustizia, donano la pace e la liberazione.
La voce del nostro Signore Gesù Cristo non cessa di richiamare fortemente tutti, con affetto e indulgenza: “Se qualcuno ha sete venga a me e beva” (Gv 7,37). Prosegue quindi: “...anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14).
Accostiamoci tutti con fede e purezza, con amore e umiltà, con rispetto e fiducia al compimento del nostro dovere, che attende il suo perfezionamento, che consiste nella crocifissione delle nostre passioni: l'egoismo, il fanatismo, l'odio, il disprezzo delle opinioni altrui, la calunnia, la malvagità e ciò che la circonda. La loro eliminazione è la forza della preghiera che da frutti, l'amore, l'umiltà, il rispetto, la conversione, la fede, la speranza e la dedizione alla parola di Dio, che è verità e luce. Se l'uomo, dunque, percorre la via del Signore e vive in mezzo ad una ricca atmosfera spirituale e in un ambiente d’impegno pastorale con una preparazione teologica e una sufficiente preparazione sociale, con queste felici condizioni, che osserviamo nello straordinario dialogo tra Gesù Cristo e la fedele figlia della Samaria convertitasi, la futura Santa Uguale agli Apostoli e Grande Martire Fotinì, il dialogo o i dialoghi avranno un esito felice: risolveranno il terribile problema del peccato della separazione, allora regnerà il “Divino Testamento”“affinché tutti siano una sola cosa”, perché il mondo creda.
E' un'opera gradita a Dio, sia pure per pochi giorni nel corso di ciascun anno, che egli disponga del tempo libero per pregare, per lottare, per meditare e prendere l'iniziativa del ritorno del primo – divino - amore nel cuore del popolo di Dio. E' una benedizione di Dio che l'uomo preghi per il bene divino dell'unità, che offre la pace, costruisce ponti di amicizia e buona convivenza, arricchisce l'uomo, che vive nella povertà, ma è illuminato dallo Spirito Santo, dal momento che l'unità è un suo dono.
In conclusione affermiamo che la vita è la gioia, la verità è la luce, la serenità è la liberazione, la felicità è la resurrezione sono la corona solo di quelli i Quali s’ispirano a Cristo, percorrono la via del Signore e per non avere sete bevono la sua acqua che ha provato e gustato la donna della Samaria, Santa Uguale agli Apostoli e Grande Martire Fotinì, luminosissimo esempio di dialogo, pace, speranza, dedizione, amore e unità.


Il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta


sabato 17 gennaio 2015

Domenica XII di Luca - 18 Gennaio 2015 - Santi Atanasio (373) e Cirillo (444), patriarchi di Alessandria

Domenica XII di Luca



Santi Atanasio (373) e Cirillo (444), patriarchi di Alessandria

Lettura della Domenica
18 Gennaio 2015

 
San Atanasio 

Apolitikion

Illustri per la difesa dell’Ortodossia, avete spento ogni dottrina erronea, riportando la palma della vittoria; con la vostra pietà avete arricchito tutti, glorificando molto la Chiesa e siete stati fatti degni di trovare con le vostre preghiere Cristo Dio, che dona a tutti la grande misericordia.

Kontakion

Coltivando i dogmi dell’ortodossia, recidesti i rovi dell’eresia, spargendo il seme della fede con la pioggia dello Spirito; o beato: per questo noi a te inneggiamo, o Atanasio.



San Atanasio (373)



Eccelsi gerarchi della fede, nobili difensori della Chiesa di Cristo,
proteggete tutti quelli che cantano: Salva, compassionevole, i fedeli che ti venerano.

 San Cirillo (444)


Ikos

Con la tua mano inafferrabile e con la tua indicibile forza, facendo della tua Chiesa un cielo, o misericordioso, hai reso davvero fulgidi i due sommi e amabili luminari che illuminano il mondo, il divino e sapientissimo Cirillo con Atanasio. Allontanando dunque per le loro preghiere la notte delle eresie, dissolvi, o Salvatore, ogni tenebra dei nemici e, con la tua formidabile luce, rischiara le folle dei fedeli, perché a te gridino e acclamino: Salva, compassionevole, i fedeli che ti venerano.


Apostolo

 Eb 13, 7-16

Fratelli, ricordatevi dei vostri capi che vi hanno annunciato la parola di Dio e, considerando l’esito della loro vita, imitate la loro fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno! Non lasciatevi trasportare qua e là da dottrine varie ed estranee. È bene infatti che il cuore sia reso saldo dalla grazia e non da pratiche relative ai cibi, che non hanno mai giovato a coloro che le osservavano. Noi abbiamo un altare da cui non hanno diritto di mangiare quelli che sono al servizio del Tabernacolo. Infatti i corpi degli animali, il cui sangue per l’espiazione dei peccati viene portato nel santuario dal sommo sacerdote, vengono bruciati fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo mediante il proprio sangue, ha sofferto fuori della porta della città. Usciamo dunque verso di lui fuori dell’accampamento, portando il suo obbrobrio, perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura. Per mezzo di Gesù, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticatevi poi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri: di tali sacrifici Dio si compiace.


 
Vangelo

Lc 17, 12-19

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio ai confini tra la Samaria e la Galilea, e gli vennero incontro dieci lebbrosi, i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: ”Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!” Appena li vide, Gesù disse: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. E mentre andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro glorificando Dio a gran voce, e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Gesù disse: “Non sono stati guariti tutti e dieci? Dove sono gli altri nove? Non si è trovato chi tornasse a rendere gloria a Dio all’infuori di questo straniero?” E gli disse: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”.