sabato 26 settembre 2015

Domenica I di Luca - 27 settembre 2015 - San Aristaro apostolo e San Callistrato martire

Domenica I di Luca

  San Aristarco apostolo; 


San Callistrato martire (304) 



Lettura della Domenica

27 settembre 2015


Apostolo
 II Cor 6, 16 – 7, 1

 Fratelli, voi siete tempio del Dio vivente, come ha detto Dio: Abiterò e camminerò in mezzo a loro, e sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Perciò uscite di mezzo a loro e mettetevi in disparte, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò e sarò per voi un padre e voi sarete per me figli e figlie, dice il Signore onnipotente. Con tali promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la santificazione, nel timore di Dio.

Vangelo
 Lc 5, 1-11 

In quel tempo Gesù stava presso il lago di Genèsaret e vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì su una barca, che era di Simone, e lo pregò di allontanarsi un po' da terra. Si sedette e ammaestrava le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le vostre reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato per l'intera notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". Fecero così e presero una gran quantità di pesci, e le loro reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono entrambe le barche, a tal punto che esse quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: "Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore!" Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme a lui, per la pesca che avevano fatto. Lo stesso capitò anche a Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano compagni di Simone. E Gesù disse a Simone: "Non temere: d’ora in poi sarai pescatore di uomini". E tirate le barche a terra, abbandonarono tutto e lo seguirono.

domenica 20 settembre 2015

Domenica dopo l’Esaltazione della Santa Croce - 20 settembre 2015 - Eustazio martire (118); Ilarione di Creta neomartire (1804)

 Domenica dopo l’Esaltazione della Santa Croce



Saint

  
San Eustazio martire (118)
 San Ilarione di Creta neomartire (1804) 




LETTURA DELLA DOMENICA
20 settembre 2015

Apostolo
 Gal 2, 16-20

 Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma solo in forza della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo, per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge, poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. Se poi, cercando di essere giustificati in Cristo, siamo trovati peccatori anche noi, Cristo sarebbe ministro del peccato? No davvero! Se infatti io riedifico ciò che ho demolito, mi dimostro trasgressore. Quanto a me, per mezzo della legge, sono morto alla legge affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso insieme con Cristo, e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. La vita che ora io vivo nella carne, la vivo nella fede, quella nel Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me.  

Vangelo
Mc 8, 34- 9, 1

 Il Signore ha detto: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti, che cosa giova all'uomo se guadagna il mondo intero e perde la propria anima? Che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi". E diceva loro: "In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non subiranno la morte senza aver visto il regno di Dio venire con potenza". 

giovedì 17 settembre 2015

Universale Esaltazione della Croce Preziosa e Vivificante - 14 Settembre 2015

 Universale Esaltazione della Croce Preziosa e Vivificante 






Lettura del giorno
14 Settembre 2015

Apostolo 
 I Cor 1, 18-24

 Fratelli, la parola della croce è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che vengono salvati, per noi, è potenza di Dio; sta scritto infatti: “Distruggerò la sapienza dei sapienti e annienterò l’intelligenza degli intelligenti”. Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è il sottile ragionatore della nostra epoca? Non ha forse Dio reso stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, piacque a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E mentre i Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio.

  Vangelo
Gv 19, 6-11; 13-20; 25-28; 30-35 

In quel tempo, i capi dei sacerdoti e le guardie videro Gesù, con la corona di spine e il mantello di porpora, e gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo!” Pilato disse loro: “Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui alcuna colpa”. I Giudei gli risposero: “Noi abbiamo una legge, e secondo questa legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio”. Quando Pilato udì questo discorso, ebbe ancor più paura e, rientrato nel pretorio, disse a Gesù: “Di dove sei tu?”. Ma Gesù non gli rispose. Allora Pilato gli disse: “Non mi parli? Non sai che ho il potere di liberarti e il potere di metterti in croce?”. Gesù gli rispose: “Tu non avresti alcuna autorità su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto; perciò chi mi ha consegnato nelle tue mani, ha una colpa più grande”. Pilato condusse fuori Gesù, e sedette nel tribunale nel luogo detto Litostroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: “Ecco il vostro re!”. Ma quelli gridarono: “Via, via, crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Metterò in croce il vostro re?”. Risposero i sommi sacerdoti: “Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare”. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città. Era scritta in ebraico, in latino e in greco. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Dopo avere ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.

Domenica prima della Croce - 13 settembre 2015- - Cornelio il centurione, martire (I secolo)

 Domenica prima della Croce
 Cornelio il centurione, martire (I secolo) 


Lettura della Domenica
13 settembre 2015


Apostolo 
Gal 6, 11-18

 Fratelli, notate con che grossi caratteri vi scrivo di mia mano. Quelli che vogliono fare bella figura seguendo la carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. Infatti nemmeno quelli che si sono fatti circoncidere osservano la Legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne. Quanto a me, invece, non ci sia altro vanto che nella croce del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. In Cristo Gesù, infatti, non conta né la circoncisione, né la non circoncisione, ma l’essere una nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma, pace e misericordia su di loro e sull’Israele di Dio. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: porto infatti nel mio corpo i contrassegni di Cristo. La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia col vostro spirito, fratelli! 

Vangelo
Gv 3, 13-17

 In quel tempo, Gesù disse: “In verità vi dico, nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui." 

sabato 5 settembre 2015

Domenica XIV di Matteo - 6 settembre 2015 - Memoria del miracolo dell’Arcangelo Michele a Colossi

 Domenica XIV di Matteo

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 Memoria del miracolo dell’Arcangelo Michele a Colossi

Lettura della Domenica
6 settembre 2015

Apostolo
II Cor 1, 21 – 2, 4

 Fratelli, Dio stesso ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione e impresso il sigillo e ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori. Io però chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi rimproveri non sono venuto più a Corinto. Noi non comandiamo sulla vostra fede, ma siamo invece i collaboratori della vostra gioia; perché nella fede voi siete già saldi. Ritenni opportuno non venire di nuovo tra voi con tristezza. Perché se io rattristo voi, chi potrà rallegrarmi, se non colui che da me viene rattristato? Perciò vi ho scritto in quei termini che voi sapete per non dover poi essere rattristato, alla mia venuta, da quelli che dovrebbero rendermi lieto, persuaso come sono riguardo a tutti voi, che la mia gioia è quella di tutti voi. Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, non perché vi rattristiate, ma perché conosciate il grande amore che nutro per voi

Vangelo
Mt 21, 33-42

Il Signore ha detto questa parabola: "Il regno dei cieli è come un uomo, un re, che fece un banchetto nuziale per suo figlio e inviò i suoi servi a chiamare gli invitati al banchetto delle nozze, ma non volevano venire. Inviò di nuovo altri servi, dicendo: Dite agli invitati: ecco che ho preparato il mio pranzo, sono stati macellati i miei buoi e sono stati uccisi gli animali ingrassati; tutto è pronto. Venite al pranzo di nozze! Essi invece, incuranti, andarono uno nella propria campagna, un altro per gli affari suoi, e gli altri presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero. Allora il re si adirò e inviate le sue truppe, uccise quegli omicidi e incendiò la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto di nozze è pronto ma gli invitati non erano degni; andate dunque agli incroci delle strade e quanti trovate, chiamate al banchetto di nozze. I suoi servi uscirono per le strade e radunarono tutti coloro che trovarono, cattivi e buoni, e fu piena di commensali la sala delle nozze. Essendo entrato allora il re per vedere i commensali, vide un uomo non vestito con l'abito da nozze e gli disse: Amico, come sei entrato qui senza avere l'abito da nozze? Ma egli tacque. Allora il re disse ai servi: Legatelo piedi e mani e gettatelo nella tenebra di fuori; là sarà pianto e stridore di denti. Molti infatti sono chiamati e pochi eletti".