domenica 27 dicembre 2015

Domenica dopo il Natale - Santo Stefano protomartire e apostolo - Domenica 27 dicembre 2015


 Domenica dopo il Natale 



 Santo  Stefano protomartire e apostolo

Lettura della Domenica
27 dicembre 2015


Apostolo
At 6, 8 - 7, 5.47-60

 In quei giorni Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva miracoli e grandi prodigi tra il popolo. Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, Cirenei, Alessandrini e altri della Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano, ma non potevano resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. Perciò sobillarono alcuni che dissero: “Lo abbiamo udito dire parole blasfeme contro Mosè e contro Dio”. E così eccitarono il popolo, gli anziani e gli scribi; vennero, lo acciuffarono e lo trascinarono nel sinedrio. Presentarono falsi testimoni che dissero: “Costui non smette di dire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e cambierà le usanze che ci diede Mosè”. E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo. Disse allora il sommo sacerdote: “Queste cose stanno proprio così?”. Ed egli rispose: “Fratelli e padri, ascoltate: il Dio della gloria apparve al nostro padre Abramo quando era in Mesopotamia, prima che egli abitasse in Charràn, e gli disse: Esci dalla tua terra e dalla tua gente e va’ nella terra che io ti indicherò. Allora, uscito dalla terra dei Caldei, si stabilì in Charràn; di là, dopo la morte del padre, Dio lo fece emigrare in questo paese dove voi ora abitate, ma non gli diede alcuna proprietà in esso; neppure quanto l’orma di un piede, ma gli promise di darlo in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, sebbene non avesse ancora figli. Salomone poi gli edificò una casa. Ma l`Altissimo non abita in manufatti, come dice il Profeta: Il cielo è per me un trono e la terra sgabello dei miei piedi. Quale casa costruirete per me - dice il Signore - o quale sarà il luogo del mio riposo? La mia mano non ha creato tutte queste cose? Teste dure, non circoncisi nel cuore e negli orecchi, voi fate sempre resistenza allo Spirito Santo: come i vostri padri, così anche voi. Quale profeta i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunziavano la venuta del Giusto, che voi ora avete tradito e ucciso; voi che avete ricevuto la Legge per disposizione degli angeli e non l'avete custodita”. All'udire queste cose, erano pieni di sdegno nei loro cuori e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, guardando fissamente al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio. E disse: “Ecco, vedo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio”. Gridarono allora a gran voce turandosi gli orecchi e si scagliarono tutti insieme su di lui, lo gettarono fuori della città e lo prendevano a sassate. E i testimoni deposero le loro vesti ai piedi di un giovane chiamato Saul. E così lapidavano Stefano che pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”. Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: “Signore, non imputar loro questo peccato”. Detto questo, si addormentò.

 Vangelo
Mt 2, 13-23
 In quel tempo, appena i Magi partirono verso il loro paese, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò. Infatti Erode sta per cercare il bambino per ucciderlo”. Egli allora si alzò e prese con sé il bambino e sua madre e, nella notte, fuggì in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse quanto fu annunziato dal Signore per mezzo del profeta che dice: “Dall’Egitto ho chiamato mio figlio”. Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, secondo il tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia, che dice: “Un grido si è udito in Rama, pianto e lamento grande; Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata, perché non sono più”. Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, e va’ in terra di Israele, perché sono morti quelli che insidiavano la vita del bambino”. Egli allora si alzò, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò in terra di Israele. Avendo saputo che Archelao era re di Giudea al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse quel che era stato detto dai profeti: Sarà chiamato Nazareno. 

giovedì 24 dicembre 2015

Natività del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo 25 dicembre 2015 --

 Natività del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo



Lettura della  Natività del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo

25 dicembre 2015 




Apolitikion

La tua Natività, o Cristo Dio nostro, fece spuntare nel mondo la luce della verità. Per essa infatti gli adoratori degli astri vennero ammaestrati da una stella ad adorare Te, sole di giustizia, e a riconoscere Te aurora celeste; o Signore, gloria a Te.

Kondakion

Oggi la Vergine dà alla luce l’Eterno  e  la terra  offre una  spelonca  all’  Inac-cessibile. Gli Angeli con i Pastori cantano gloria, i Magi camminano seguendo la guida della stella; poiché per noi è nato un tenero Bambino, il Dio eterno.


Apostolo
Gal 4, 4-7

Fratelli, quando giunse la pienezza del tempo, Dio inviò il Figlio suo, fatto da donna, fatto sotto la legge, per riscattare quelli che sono sotto la legge, affinché ricevessimo l’adozione a figli. Poiché siete figli, Dio ha inviato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, il quale grida Abbà, Padre! Così non sei più schiavo ma figlio; e se figlio, anche erede di Dio per grazia di Cristo. 


Vangelo
Mt 2, 1-12 

Nato Gesù a Betlemme in Giudea, al tempo del re Erode, ecco giungere a Gerusalemme dall’oriente dei magi, i quali domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire ciò il re Erode fu turbato, e con lui tutta Gerusalemme. Convocò tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo e si informava da loro dove dovesse nascere il Cristo. Essi gli dissero: “A Betlemme di Giudea. Infatti così è stato scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei la più piccola tra i capoluoghi di Giuda; da te uscirà un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. Allora Erode chiamò di nascosto i magi e chiese loro informazioni sul tempo esatto del’apparizione della stella; quindi li inviò a Betlemme dicendo: Andate e fate accurata ricerca del bambino; quando poi lo trovate, fatemelo sapere, in modo che anch’io possa andare ad adorarlo”. Essi, dopo avere ascoltato il re, si misero in cammino. Ed ecco: la stella che avevano visto in oriente li precedeva finché non andò a fermarsi sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella si rallegrarono assai di gioia grande; ed entrati in casa videro il bambino con Maria sua madre e caddero a terra per adorarlo. Poi aprirono i loro tesori e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

Natale 2015 Messaggio di Sua Em.nza il Metropolita Messaggio di Sua Eminenza il Metropolita Gennadios Zervos, Arcivescovo Ortodosso d'Italia e Malta in occasione della Festa di Natale 2015

Natale 2015

Messaggio di Sua Em.nza il Metropolita








Messaggio di Sua Eminenza il Metropolita Gennadios Zervos, Arcivescovo Ortodosso d'Italia e Malta in occasione della Festa di Natale 2015










MESSAGGIO
DI SUA EMINENZA IL METROPOLITA GENNADIOS,
ARCIVESCOVO ORTODOSSO D'ITALIA E MALTA
IN OCCASIONE DELLA FESTA DI NATALE 2015

Cari e Diletti Fratelli in Cristo, nostro Salvatore,
«Non temete»: Messaggio Divino, messaggio Angelico, messaggio di attualità, messaggio di altissimo significato per l’uomo, per cui è nato Cristo, il Salvatore dell’umanità. Messaggio di gioia e di esultanza, di salvezza e di vita.
In mezzo oggi a una umanità ostile e indifferente, frustata e messa a morte in molti modi, l’Angelo dell’amore e della pace, dalla Grotta e dalla Mangiatoia, dove Cristo ha accettato di nascere, per salvare l’uomo e per innalzarlo al suo Trono, per renderlo felice ed eterno nel Regno di Dio, gli reca la sorprendente e gioiosa notizia, il potente messaggio della continuazione della Vita in Cristo:  «Non temete».
Luminosissimo, raggiante, come presenza celeste e soprannaturale, l’Angelo inviato da Dio «annuncia una grande gioia, che sarà per tutto il popolo, il fatto che oggi per noi è stato generato un Salvatore… Cristo, Signore».
«Non temete», miei amati fratelli, quanti creano difficoltà, gl’indifferenti, i fanatici, gli irati, gli ostili, i dissoluti e i traditori diffamatori, poiché Cristo, il nostro «Signore e Dio», non ci abbandona, non abbandona nessuno, ma vuole che tutti siano salvi, poiché è sempre con noi: «Una grande gioia per tutto il popolo».
«Non temete», fedeli e benedetti Figli del Patriarcato Ecumenico, autentici e fedeli membri della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, poiché è nato Dio come uomo a Betlemme, è nato come «uomo a tutti accessibile, invitando l’uguale all’uguale» (Inno Akathistos).
È venuto per essere sempre con noi e ci ha invitato tutti alla salvezza e al suo regno. L’Angelo di Dio, che annuncia ai Pastori il «Non temete», con la splendida occasione della Nascita di Cristo, porta il messaggio della potenza, porta il messaggio della grazia, il messaggio di vita, il messaggio della presenza della salvezza nel mondo, Cristo, il Quale è l’unica speranza del mondo e a Lui «è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra (Mt. 28,18).
«Non temete»: imitiamo i Pastori, che esultano e gioiscono per una «grande gioia», ascoltando la voce dell’Angelo di Dio. L’annuncio Angelico vince la follia, la vanità e l’odio. I Pastori accolgono la Grotta e la Mangiatoia: al posto della materia e dell’ambizione, delle reggie e del potere mondano, accolgono nei propri cuori il «Bambino di Betlemme» e, soprattutto, accorrono a venerare e a offrire il proprio culto, senza temere Erode «assassino di infanti e bambini» e senza dare peso alle voci ostili a Cristo.
I Pastori, sotto la guida della stella, umili, con buona volontà con estrema semplicità e fedeli all’attesa del Messia e Redentore, rivolgono con sacro timore lo sguardo e stupiti ammirano e accorrono ad adorare l’Uomo-Dio, il Perfezionatore della Fede e della nostra Salvezza Gesù Cristo.
Hanno visto colui che è stato inviato dal cielo. Hanno visto una luminosa porta del mondo celeste. Con questo modo della fede e dell’autentica adorazione i Pastori non hanno dato a Colui, il Quale ha lasciato il cielo ed è venuto sulla terra come uomo per noi, un piccolo angolo del loro cuore, non hanno dato a Colui, il Quale ha lasciato la propria gloria «presso il Padre», ed è divenuto umile, un posto secondario, ma gli hanno dato il centro del proprio cuore, tutta la propria vita.
Ecco, fratelli Ortodossi, il «Non temete» dell’Angelo, che per primi hanno udito, con gioia, i poveri e nobili Pastori, i quali accorsero volentieri per offrire la loro adorazione e il loro culto al «Dio fatto uomo», prendono la forza dall’Alto e la Grazia di Dio, diventano eroi e testimoni dell’evento soprannaturale della Natività, poiché in mezzo ai loro cuori domina Cristo, il quale è divenuto come asse della loro forza e bussola del cammino della loro vita, senza temere nessuno.
Il «non temete» dell’Angelo di Dio salva ogni uomo, il quale accorre con fede e amore al Salvatore del mondo, anche quando non trova la porta aperta. Strette stradine, solitarie, senza palazzi e viali, era la strada dei Pastori.
Il luogo della Nascita di Gesù Cristo non è Roma, la dominatrice del mondo, né giunge a Gerusalemme la Santissima Vergine, la quale «lo depose nella Mangiatoia». Tuttavia, se uno dei due luoghi fosse stato il luogo della nascita del Signore, senz’altro sarebbe stato difficile che si fossero trovati in queste grandi e famose città, a motivo del loro lavoro, ma anche a motivo della loro mentalità semplice, dell’umiltà e della loro modestia.
Il miracolo avviene e in esso sono compresi i Pastori, i quali vedono, venerano e adorano il Dio-Uomo Salvatore Gesù Cristo. E’ contraccambiato il desiderio, la disposizione, la purezza di cuore, la nobiltà, la perfezione della vita, la loro preghiera. Sono doni dell’amore e della pace, che i Pastori offrono al Misericordioso Dio. Sono doni, che ciascuno di noi può donare al Misericordiosissimo Dio e Redentore del mondo.
In questi giorni pericolosi e di disperazione, che attraversiamo con timore e stravolgimento, la preghiera è un recipiente di forza e grazia, perciò prego incessantemente davanti all’icona miracolosa del Pantocratore, custodita a Venezia, nella storica e magnifica Cattedrale di San Giorgio dei Greci, per tutti coloro che sono perseguitati e patiscono ingiustamente, per i prigionieri, gli invalidi, i malati e chi ha una qualsiasi necessità.
Trovandomi davanti al Sacro Altare, prego anche affinché cessino le guerre e la crisi mondiale, la corruzione e le offese alla dignità umana. Eleviamo preghiere e suppliche affinché si trovi una giusta soluzione del problema dei migranti, che tocca anche la Sacra Arcidiocesi, la quale lotta, con la forza di Cristo Salvatore, nei limiti delle proprie possibilità. Preghiamo per i Giovani, i quali sono il futuro dell’umanità.
Infine prego Dio Buono e Onnipotente affinché illumini i Governanti e coloro che hanno responsabilità, affinché lavorino giustamente ed efficacemente per la pacifica convivenza tra i popoli e proteggano i poveri, affinché illumini anche coloro i quali nel mondo disseminano disumanamente la distruzione e la morte, affinché li conduca sulla via della sua Grazia.
Il nostro pensiero e la nostra preghiera va in modo particolare indistintamente ai bambini e ai fanciulli. Possiamo noi tutti avere nei nostri cuori il messaggio Angelico: «Non temete», tuttavia, avendo come punto di riferimento bussola per l’agire Gesù Cristo, il Salvatore del mondo nato nella Grotta e deposto nella Mangiatoia.
Augurando con sincero amore in Cristo Salvatore nostro Signore, nato per noi, al reverendissimo Clero, al pio popolo di Dio e agli illustri collaboratori e collaboratrici della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta appartenente al Patriarcato Ecumenico, agli Eminentissimi Metropoliti ed Eccellentissimi Vescovi delle Chiese Ortodosse Locali – Membri del Consiglio Episcopale, a tutti i cristiani, ai credenti nel Creatore e Signore del mondo, a ogni uomo di buona volontà, con ringraziamenti nei confronti della Chiesa Cattolica Romana e infine augurando a tutti i nostri fratelli ortodossi in Italia, «Buon Natale, pace e prosperità» e «che il Nuovo Anno 2016 sia benedetto, sereno e fausto in tutto, con salute, gioia ed esultanza spirituale», concludo assicurando di cuore la mia umile preghiera al Dio Altissimo.

Venezia, Campo dei Greci, 25 dicembre 2015

 + Il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta
ed Esarca per l’Europa Meridionale


Il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta

Natale 2015 Messaggio di S.S. il Patriarca Ecumenico Messaggio di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo in occasione della Festa di Natale 2015

Natale 2015

Messaggio di S.S. il Patriarca Ecumenico



Messaggio di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo in occasione della Festa di Natale 2015















Prot. N. 1172

MESSAGGIO PATRIARCALE
PER IL NATALE


+ B A R T O L O M E O
PER GRAZIA DI DIO ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI
NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
GRAZIA, MISERICORDIA E PACE DA CRISTO SALVATORE
NATO A BETLEMME


Fratelli e Figli amati nel Signore,


La dolcezza della Santa Notte di Natale avvolge ancora una volta il mondo. E nel mezzo delle pene e delle sofferenze dell’umanità, della crisi e delle crisi, delle passioni e delle inimicizie, delle insicurezze e delle delusioni prevale con lo stesso fascino di sempre, reale e attuale come mai, il mistero della incarnazione di Dio, che ci spinge a “imparare la giustizia, noi abitanti della terra” (Is. 26,9), poiché “per noi oggi è nato un Salvatore” (Lc. 2,11).

Purtroppo, tuttavia, nella nostra epoca molti uomini pensano come quell’uccisore di bambini, Erode, quell’ignobile e spietato,  e annientano il loro prossimo in svariati modi. La mente distorta dal proprio egocentrismo  del dominatore di tale mondo, che viene personificata nel volto omicida di Erode, ha visto paradossalmente un pericolo per la propria esistenza, la nascita di un bambino innocente. E come modo più opportuno per proteggere il proprio potere mondano dal pericolo che gli ispirava – dal suo punto di vista – la nascita del bambino, ha scelto di annientarlo.

Per salvarsi dalle intenzioni omicide, il Bambino Gesù, di cui ne hanno parlato gli Angeli, fu obbligato a fuggire in Egitto, costituendo così, diremmo secondo la terminologia della nostra epoca, “un rifugiato politico”, unitamente a Maria, Sua Madre, la Santissima Madre di Dio e a Giuseppe suo sposo.

Nella nostra epoca, considerata come un’epoca di progresso, molti bambini sono costretti a diventare profughi, seguendo i propri genitori, per salvare la propria vita, vita che i loro molteplici nemici guardano con sospetto. Tale fatto costituisce una ignominia per il genere umano.

Perciò anche durante la Nascita del Bambino Gesù, il nostro vero redentore e Salvatore, dal Santissimo Trono Ecumenico, Apostolico e Patriarcale proclamiamo, che tutte le società devono assicurare una crescita serena dei bambini e rispettare il loro diritto alla vita, alla educazione  e alla loro crescita sociale, che può essere loro assicurata dalla alimentazione e dalla istruzione nell’ambito della famiglia tradizionale, con base i principi dell’amore, della filantropia, della pace, della solidarietà, beni che il Signore incarnato ci offre .

Il Salvatore che è nato, chiama tutti ad accogliere questo messaggio di salvezza degli uomini. E’ vero che lungo la storia dell’uomo, i popoli hanno effettuato molte migrazioni ed insediamenti. Speravamo tuttavia che dopo le due guerre mondiali  e le dichiarazioni sulla pace di leader ecclesiastici e politici e di organismi, le società odierne avessero potuto assicurare la convivenza pacifica degli uomini nei propri paesi. I fatti purtroppo deludono la speranza, in quanto grandi masse di esseri umani, difronte alla minaccia del loro annientamento, sono obbligati a prendere la via della migrazione.

Tale situazione creatasi, con l’onda continuamente crescente dei profughi, accresce la nostra responsabilità, quanti abbiamo ancora la benedizione di vivere in pace e con qualche comodità, a non restare insensibili davanti al dramma giornaliero di miglia di nostri fratelli, ma ad esprimere loro la nostra tangibile solidarietà e amore, con la certezza che ogni beneficenza verso di loro, giunge al volto del Figlio di Dio che è nato ed ha preso carne, il Quale non è venuto al mondo come un re, o come un dominatore, o come un potente, o come un ricco, ma è stato generato come un bimbo ignudo ed inerme, in una piccola stalla, senza un focolare, così come vivono in questo momento migliaia di nostri fratelli, ed è stato obbligato nei primi anni della Sua vita terrena a espatriare in una terra lontana, per salvarsi dall’odio di Erode. Potremmo dire, che la terra ed il mare bevono il sangue innocente dei bambini dei profughi di oggi, mente la anima insicura di Erode “ha ricevuto il giudizio”.

Questo divino fanciullo nato e portato in Egitto, è il reale difensore dei profughi di oggi, dei perseguitati dagli Erode di oggi. Egli,  il Bambino Gesù, il nostro Dio, “si  è fatto debole con i deboli” (1 Cor. 9,22), simile a noi, ai privi di forza, agli umiliati, a coloro che sono in pericolo, ai profughi. L’assistenza ed il nostro aiuto verso i perseguitati ed i nostri fratelli deportati, indipendentemente dalla razza, stirpe e religione, saranno per il Signore che nasce, doni assai più preziosi dei doni dei magi, tesori più onorabili “dell’oro, dell’incenso e della mirra” (Mt. 2,11), ricchezza spirituale inalienabile e unica, che non si rovinerà per quanti secoli passeranno, ma ci attenderà nel regno dei Cieli.

Offriamo dunque ciascuno di noi, quanto possiamo al Signore, che vediamo nel volto dei nostri fratelli profughi. Offriamo al piccolo Cristo partorito oggi a Betlemme, questi venerabili doni dell’amore, del sacrificio, della filantropia, imitando la sua benevolenza, e prosterniamoci a Lui con gli Angeli, i magi ed i semplici pastori, gridando “gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra  agli uomini che egli ama” (Lc. 2,14), assieme a tutti i Santi.

La grazia e la copiosa misericordia del profugo Bambino Gesù, siano con tutti voi!

Natale 2015
Il Patriarca di Costantinopoli
Fervente intercessore presso Dio per tutti voi.

 + Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo,
diletto fratello in Cristo e fervente intercessore presso Dio


venerdì 18 dicembre 2015

Domenica prima del Natale - 20 Dicembre 2015 - Si fa memoria di tutti i padri che dall’ inizio del mondo si sono resi graditi a Dio, da Adamo sino a Giuseppe, sposo della Santissima Theotokos. San Ignazio il teoforo ieromartire.

 Domenica prima del Natale  

Si fa memoria di tutti i padri che dall’ inizio del mondo si sono resi graditi a Dio, da Adamo sino a Giuseppe, sposo della Santissima Theotokos.

San Ignazio il teoforo ieromartire


Lettura della Domenica
20 dicembre 2015 


Apostolo
Eb 11, 9-10; 32-40

Fratelli, per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per breve tempo il piacere del peccato. Questo perché stimava l'obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto; guardava infatti alla ricompensa. E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, i quali per mezzo della fede hanno conquistato regni, hanno esercitato la giustizia, hanno conseguito le promesse, hanno chiuso le fauci dei leoni, hanno spento la violenza del fuoco, sono sfuggiti al taglio della spada, sono stati rinvigoriti dalla malattia, sono divenuti forti in guerra, hanno messo in fuga le schiere degli stranieri, alcune donne riebbero per risurrezione i loro morti. Altri invece furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una risurrezione migliore. Altri subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada,vagarono coperti di pelli di pecore e capre, bisognosi, tribolati, maltrattati –di loro il mondo non era degno!- errando nei deserti e sui monti, tra le grotte e le spelonche della terra. Tutti questi, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa, avendo Dio predisposto qualcosa di meglio per noi, perché non ottenessero la perfezione senza di noi. 

Vangelo
 Mt 1, 1-25

 Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Farès e Zara da Tamar, Farès generò Esrom, Esrom generò Aràm, Aràm generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Boòz da Racàb, Boòz generò Obed da Ruth, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboàmo, Roboàmo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafàt, Giosafàt generò Ioràm, Ioràm generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliakìm, Eliakim generò Azòr, Azòr generò Sadòk, Sadòk generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattàn, Mattàn generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale fu generato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a David è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo è, infine, di quattordici. Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe il suo sposo era giusto e non voleva ripudiarla, e così decise di rimandarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei è dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio. E gli diede nome Gesù.


giovedì 17 dicembre 2015

Domenica XI di Luca - 13 dicembre 2015 - Memoria dei santi martiri Eustrazio, Aussenzio, Eugenio, Mardario e Oreste e di santa Lucia, vergine martire.

Domenica XI di Luca


Memoria dei santi martiri Eustrazio, Aussenzio, Eugenio, Mardario e Oreste 

e di santa Lucia, vergine martire.

Lettura della Domenica
13 dicembre 2015

Apostolo
Col 3, 4-11

 Fratelli, quando Cristo, la nostra vita, apparirà, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate dunque morire ciò che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passione, desideri sfrenati e quell’avidità di guadagno che è idolatria; a motivo di questi vizi l’ira di Dio viene sui figli della disobbedienza. Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. Ora però deponete anche voi tutte queste cose: ira, sdegno, malizia, maldicenza, parole oltraggiose che escono dalla bocca. Non mentitevi gli uni gli altri, poiché vi siete spogliati dell’uomo vecchio e del suo modo di agire e vi siete rivestiti del nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, a immagine del suo Creatore: in questa condizione non c’è più Greco o Giudeo, circonciso o incirconciso, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Vangelo

  Lc 14,16-24, Mt 22,14

 Il Signore ha detto questa parabola: "Un uomo diede un grande banchetto, e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, tutto è pronto. Ma essi, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Ho comprato un campo e ho necessità di andare a vederlo; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho preso moglie, e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa, pieno di sdegno, disse al suo servo: Esci subito per le piazze e le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare perché la mia casa sia piena. Vi dico infatti: nessuno di quegli uomini che erano stati invitati gusterà la mia cena, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".


sabato 5 dicembre 2015

DOMENICA X DI LUCA - 6 DICEMBRE 2015 - SAN NICOLA DI MIRA

DOMENICA X DI LUCA


SAN NICOLA DI MIRA


LETTURA DELLA DOMENICA

6 DICEMBRE 2015

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APOLITIKION

Regola di fede e immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge  la verità dei fatti; e  in vero  con l'umiltà hai raggiunto  le  vette più eccelse, con la  povertà  la  vera  ricchezza. Padre   Gerarca  Nicola, prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.


APOSTOLO
Ebrei 13,17-21
Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi. Pregate per noi, poiché crediamo di avere una buona coscienza, desiderando di comportarci bene in tutto. Con maggiore insistenza poi vi esorto a farlo, perché possa esservi restituito al più presto. Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amìn.



VANGELO

Luca 13,10-17

Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.  Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato».  Il Signore replicò: «Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.