sabato 26 novembre 2016

XIII DOMENICA DI LUCA - 27 Ottobre 2016 - SAN GIACOMO IL PERSIANO

XIII DOMENICA DI LUCA



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San  Giacomo il persiano

Lettura della Domenica
27 novembre 2016

Apostolo
Ef 2, 4-10

Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per l’immenso amore col quale ci ha amati, per quanto morti in seguito alle trasgressioni, ci ha fatto rivivere col Cristo – per grazia foste salvati – e ci ha risuscitati e fatti sedere nella sommità dei cieli insieme in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri l’immensa ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Infatti siete salvi per grazia tramite la fede; e ciò non proviene da voi ma è dono di Dio; né dalle opere, perché nessuno se ne vanti. In realtà siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha predisposto perché le praticassimo.

Vangelo 
Lc 18, 18-27

 In quel tempo un uomo, per metterlo alla prova, chiese a Gesù: "Maestro buono, che cosa devo fare per ottenere la vita eterna?" Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre". Quello allora disse: " Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza". Udito ciò, Gesù gli disse: "Una cosa ancora ti manca: vendi tutti quel che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi". Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco. Quando Gesù lo vide così triste, disse: "Quant'è difficile per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio! E' più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!". Quelli che ascoltavano dissero: "Ma allora chi può essere salvato?" Egli allora disse: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".

sabato 19 novembre 2016

Domenica IX di Luca - 20 /11/2016 - San Gregorio Decapolita (816), San Proclo di C.poli (447)



 Domenica IX di Luca



San Gregorio Decapolita (816),

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San Proclo di C.poli (447)



Lettura della Domenica
20 novembre 2016

Apostolo
Gal 6, 11-18 


Fratelli, vi rendo noto che il vangelo da me annunciato non è secondo l’uomo: infatti non l’ho ricevuto né l’ho imparato da un uomo, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Avete udito certamente della mia condotta d’un tempo nel giudaismo: perseguitavo oltre ogni limite la Chiesa di Dio e la devastavo. Superavo nel giudaismo la maggior parte dei coetanei del mio popolo, essendo ben più di loro zelante delle tradizioni dei padri. Quando poi piacque a Dio - che mi aveva scelto fin dal ventre di mia madre e mi aveva chiamato con la sua grazia - di rivelare in me il Figlio suo affinché lo annunciassi ai pagani, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza salire a Gerusalemme da quelli che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per vedere Pietro e rimasi presso di lui quindici giorni. Degli apostoli non vidi nessun altro se non Giacomo, il fratello del Signore.
 Vangelo 
Lc 12, 16-21

Il Signore ha detto questa parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: Non ho dove riporre i miei raccolti, come farò? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni, e dirò a me stesso: Anima mia, hai molte provviste per molti anni. Riposati, mangia, bevi e divertiti. Ma Dio gli disse: Stolto, questa stessa notte ti verrà richiesta la tua vita, e a chi andranno le cose che hai preparato? Così accade a chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio".

sabato 12 novembre 2016

Domenica VIII di Luca - 13/11/2016 - San Giovanni Crisostomo, arcivescovo di Costantinopoli (407) e sua madre Antusa

Domenica VIII di Luca 

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 San Giovanni Crisostomo, arcivescovo di Costantinopoli (407) 

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e sua madre Antusa 

Lettura della Domenica
13 Novembre 2016

Apostolo 
 Ebr 7, 26 – 8, 2
 Fratelli, a noi occorreva un sommo sacerdote che fosse santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; che non avesse bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, perché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio reso perfetto in eterno. Il punto principale delle cose dette è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande da sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e della tenda, quella vera, quella che ha piantato non un uomo, ma il Signore. 

Vangelo
Lc 10, 25-37

 In quel tempo un dottore della legge, volendo mettere Gesù alla prova, si alzò e gli chiese: "Maestro, cosa devo fare per ereditare la vita eterna?" Gesù (allora) gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Cosa vi leggi?" Egli rispose: "Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso". Gesù gli disse: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai". Ma quello, volendo giustificare se stesso, disse a Gesù: "Ma chi è il mio prossimo?" Gesù rispose: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, quando incappò nei briganti che gli portarono via tutto, lo percossero e poi se ne andarono lasciandolo mezzo morto. Per caso scendeva per quella stessa strada un sacerdote, lo vide e passò dall'altra parte della strada. Allo stesso modo anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò dall'altra parte. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e ne ebbe compassione. Si avvicinò e gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino. Poi lo caricò sul suo giumento, lo portò in una locanda e si prese cura di lui. L'indomani, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: ‘Prenditi cura di lui, e ciò che spenderai in più te lo renderò al mio ritorno’. Quale di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che si era imbattuto nei briganti?" Quello rispose: "Chi ha avuto misericordia di lui". Gesù allora gli disse: "Va', e anche tu fa' lo stesso".

sabato 5 novembre 2016

Domenica VII di Luca - 6 novembre 2016 - San Paolo, arcivescovo di Costantinopoli, confessore

 Domenica VII di Luca 

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Santo padre Paolo, arcivescovo di Costantinopoli, confessore

Lettura della Domenica
6 novembre 2016

Apostolo
Gal 1, 11-19

Fratelli, vi rendo noto che il vangelo da me annunciato non è secondo l’uomo: infatti non l’ho ricevuto né l’ho imparato da un uomo, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Avete udito certamente della mia condotta d’un tempo nel giudaismo: perseguitavo oltre ogni limite la Chiesa di Dio e la devastavo. Superavo nel giudaismo la maggior parte dei coetanei del mio popolo, essendo ben più di loro zelante delle tradizioni dei padri. Quando poi piacque a Dio - che mi aveva scelto fin dal ventre di mia madre e mi aveva chiamato con la sua grazia - di rivelare in me il Figlio suo affinché lo annunciassi ai pagani, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza salire a Gerusalemme da quelli che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per vedere Pietro e rimasi presso di lui quindici giorni. Degli apostoli non vidi nessun altro se non Giacomo, il fratello del Signore.

 Vangelo 
Lc 8, 41-56
 In quel tempo venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga. Gettatosi ai piedi di Gesù, lo supplicava di andare a casa sua, perché l’unica figlia che aveva, di circa dodici anni, stava per morire. Mentre Gesù si recava in quel luogo, la folla lo premeva da ogni parte. E una donna, che soffriva di continue perdite di sangue da dodici anni e che aveva speso l’intero suo patrimonio con i medici, senza che nessuno fosse riuscito a guarirla, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello: subito il flusso di sangue si arrestò. Gesù disse: Chi mi ha toccato? Tutti negavano. Pietro e quelli che erano con lui dissero: Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia, e dici: “Chi mi ha toccato”? Ma Gesù disse: Qualcuno mi ha toccato: so che una forza è uscita da me. Allora la donna, rendendosi conto che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando, si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato e come era stata subito guarita. Egli le disse: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace. Stava ancora parlando, quando arrivò uno dalla casa del capo della sinagoga a dire: Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro. Ma Gesù, avendo udito, rispose: Non temere; soltanto abbi fede e sarà salvata. Giunto alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui, fuorché a Pietro, Giovanni e Giacomo e al padre e alla madre della fanciulla. Tutti piangevano e si battevano il petto per lei. Ma egli disse: Non piangete: non è morta, ma dorme. Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta. Ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: Fanciulla, àlzati! Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all’istante. E ordinò di darle da mangiare. I genitori rimasero sbalorditi, ma egli comandò loro di non raccontare a nessuno dell’accaduto.