sabato 24 dicembre 2016

25 Dicembre 2016 - Natale del nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo

Natale del nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo

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Lettura della Domenica
25 Dicembre 2016

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Apolytìkion 
La tua nascita, Cristo nostro Dio, ha fatto sorgere per il mondo la luce della conoscenza; con essa, gli adoratori degli astri sono stati ammaestrati da una stella ad adorare te, sole di giustizia, e a conoscere te, Oriente dall’alto. Signore, gloria a te!

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Kontakion 

La Vergine oggi partorisce colui che è al di sopra di ogni sostanza, e la terra offre all’inaccessibile la grotta; gli angeli cantano gloria insieme ai pastori, e i magi fanno il loro viaggio con la stella: perché per noi è nato, piccolo bimbo, il Dio che è prima dei secoli.

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Apostolo
 Gal 4, 4-7 

Fratelli, quando giunse la pienezza del tempo, Dio inviò il Figlio suo, fatto da donna, fatto sotto la legge, per riscattare quelli che sono sotto la legge, affinché ricevessimo l’adozione a figli. Poiché siete figli, Dio ha inviato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, il quale grida Abbà, Padre! Così non sei più schiavo ma figlio; e se figlio, anche erede di Dio per grazia di Cristo

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Vangelo
 Mt 2, 1-12
 Nato Gesù a Betlemme in Giudea, al tempo del re Erode, ecco giungere a Gerusalemme dall’oriente dei magi, i quali domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire ciò il re Erode fu turbato, e con lui tutta Gerusalemme. Convocò tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo e si informava da loro dove dovesse nascere il Cristo. Essi gli dissero: “A Betlemme di Giudea. Infatti così è stato scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei la più piccola tra i capoluoghi di Giuda; da te uscirà un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. Allora Erode chiamò di nascosto i magi e chiese loro informazioni sul tempo esatto del’apparizione della stella; quindi li inviò a Betlemme dicendo: Andate e fate accurata ricerca del bambino; quando poi lo trovate, fatemelo sapere, in modo che anch’io possa andare ad adorarlo”. Essi, dopo avere ascoltato il re, si misero in cammino. Ed ecco: la stella che avevano visto in oriente li precedeva finché non andò a fermarsi sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella si rallegrarono assai di gioia grande; ed entrati in casa videro il bambino con Maria sua madre e caddero a terra per adorarlo. Poi aprirono i loro tesori e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Quindi, avvertiti in sogno di non tornare da Erode, si allontanarono verso il loro paese. 


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dal Sinassario: 25 dicembre

 Natività del Salvatore Dio amorevolissimo, avendo visto il genere umano sotto il potere tirannico del diavolo, ebbe compassione e mandò il suo angelo Gabriele ad annunziare alla Madre di Dio: Salve, piena di grazia, il Signore è con te! E subito il Signore nostro e Dio fu concepito nel grembo incontaminato. Compiuti i nove mesi dal concepimento, uscì una disposizione di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutto l’universo e Quirino fu mandato da Gerusalemme a Betlemme per eseguire il censimento. Anche Giuseppe, il custode della Madre di Dio, discese con lei a Betlemme per farsi censire, ed ivi la Vergine stava per partorire e, non avendo trovato un’abitazione libera a causa della molta folla, si rifugiò in una povera spelonca, e diede alla luce incorruttibilmente il Signore nostro Gesù Cristo ed avvolse in fasce come bambino il Creatore dell’universo e lo depose nella mangiatoia di animali irrazionali, giacché avrebbe liberato noi dall’irrazionalità. *** *** In quei giorni vi fu un indovino chiamato Balaam, nella regione dei Persiani; egli fra le altre cose, predisse anche questo: Sorgerà una stella da Giacobbe, che disperderà i figli di Moab. Pertanto gli altri indovini e maghi, avendo ricevuto una siffatta profezia, la tramandarono a loro volta a tutti gli indovini persiani e così raggiunse quei magi e re dei Persiani, che erano tre, e vigilavano con cura, qualora avessero visto questo astro. Come astronomi, appena videro la stella di Cristo, che non faceva il corso come tutti gli altri astri da oriente a occidente, ma verso mezzogiorno, conobbero che manifestava la nascita del Grande Re. E seguirono la stella e trovarono Cristo il Signore e prostratisi lo adorarono e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. E così, al comando dell’Angelo, se ne tornarono con gioia alla loro regione.




Natale 2016


data: 25-12-2016 - Messaggio di Sua Em.nza il Metropolita

Messaggio di Sua Eminenza il Metropolita Gennadios Zervos, Arcivescovo Ortodosso d'Italia e Malta in occasione della Festa di Natale 2016




GENNADIOS
PER MISERICORDIA DI DIO METROPOLITA D’ITALIA E MALTA
ED ESARCA PER L’EUROPA MERIDIONALE
A TUTTO IL SACRO CLERO E AL PIO POPOLO
DELLA NOSTRA SACRA ARCIDIOCESI ORTODOSSA


Dilettissimi fratelli in Cristo,

Ringraziamo e glorifichiamo la Santissima Trinità, che ci ha resi degni di giungere anche quest’anno al grande e gioioso giorno, alla “Madre delle feste”, l’Incarnazione del Figlio e Logos di Dio. Partecipando tutti gli ortodossi a questa ineffabile gioia della nostra Santissima Chiesa, che esulta di gioia, dal momento che “tutte le cose oggi sono piene di gioia, poiché Cristo è stato generato dalla Vergine”, avviciniamoci alla santissima e umilissima Grotta della piccola Betlemme, per apprendere cosa sia l’amore, e l’umiltà, per apprendere quale è la pace e la benevolenza di Dio.
Celebrando insieme tutti gli ortodossi della Sacra Arcidiocesi con compunzione e decoro, avviamoci verso il grande mistero dell’Incarnazione di Gesù Cristo, il Quale ci ha visitato dall’alto, e“rafforzati nella (Sua) Grazia”, accostiamoci all’unica speranza del mondo, a Cristo, al Salvatore dell’Umanità, il Quale ci offre il Suo amore per una nuova vita, autentica e di salvezza. Realmente, Dio Senza principio e Al di là del tempo viene nel mondo per fondare la Sua Chiesa, che non mira “a giudicare e condannare il mondo”, ma a offrire al mondo il vangelo del regno di Dio, la speranza, il Suo amore con la Sua Incarnazione.
Tale mistero soprannaturale della Nascita di Cristo è contenuto nel magnifico e melodico Kontakion di questa luminosissima Festa: “Per noi è nato un nuovo bambino, Dio che è prima dei secoli…”.
Gli inni della nostra Santissima Chiesa, degni della nostra Fede, carissimi fratelli, pieni dello Spirito Divino e pensiero sovrumano, illuminano e spiegano con cuori purissimi, come anche rivelano agli uomini, da un lato Dio Logos come bambino e il bambino come Dio. Ecco perché il bambino è un tesoro, ecco perché il bambino è verità, ecco perché il bambino è una benedizione e un dono di Dio. Secondo l’Evangelista San Matteo “Vi assicuro che se non cambiate e non diventate come bambini non entrerete nel regno di Dio“ (18, 3-4).
Questo grande e inesplicabile evento, che è coronato con l’inno angelico:“Gloria a Dio in cielo e sulla terra pace per quelli che egli ama” (Lc 2,14), fa eco alle altissime dimore del cielo, come anche a tutta la terra, che è scossa, tormentata, senza speranza e sventurata, persa e indifferente, affondata nella distruzione e nel male.
Tuttavia, la salvezza del genere umano, la Quale è amore di Dio nei confronti dell’uomo, è portata a termine affinché costui diventi “figlio e coerede del suo Regno” e, soprattutto, con altri fatti ed eventi, che chiudonole bocche degli eretici.
San Nicodemo l’Aghiorita riporta: “Se il Signore non fosse fuggito e fosse stato ucciso da Erode, sarebbe stata, comunque, ostacolata la salvezza degli uomini. Qualora, inoltre, fosse stato catturato e non fosse stato ucciso, allora gli eretici avrebbero sostenuto che non rivestiva la carne umana, ma solo in apparenza”. Dunque, nessuno può vanificare i piani di Dio e basta la famosissima parola del Capo della Chiesa: “Le porte dell’Ade non prevarranno su di essa”, poiché Cristo e la sua Chiesa sono eterni e immortali.
L’ininterrotta catena aurea dei Padri e dei Maestri della nostra pura Fede, ciò, precisamente, insegna, come anche illuminano e rivelano a tutti noi con la loro enorme opera spirituale e teologica, che in sostanza mostra questi valori e verità soprannaturali e immutabili della nostra Madre Chiesa Ortodossa.
 “Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”, come scrive molto chiaramente l’Apostolo delle Genti Paolo nella Lettera ai Romani (12,12), la nostra Fede incrollabile ci conduca all’unica speranza del mondo, a Cristo, al Bambino, che ha salvato l’umanità e ci riempia la vita di gioia, forza, pazienza, come anche di costanza nella preghiera, che costituisce il più importante aiuto nelle situazioni difficili. Tali straordinari beni, che presuppongono l’amore e la pace, accompagnino il nostro percorso nella Chiesa Militante, in cui viviamo, ci muoviamo, agiamo, mentre ci dirigiamo verso quella Trionfante.
 “Che il Nuovo Anno 2017 sia benedetto da parte del Signore, pacifico e felice in tutto”!

Venezia, 25 Dicembre 2016
  
† Il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta
ed Esarca per l’Europa Meridionale



Il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta


MESSAGGIO PATRIARCALE PER IL NATALE 2016

data: 25-12-2016 - Messaggio di S.S. il Patriarca Ecumenico

Messaggio di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo
in occasione della Festa di Natale 2016



Prot. n. 1297
MESSAGGIO PATRIARCALE
PER IL SANTO NATALE

+ B A R TO L O M E O
PER MISERICORDIA DI DIO ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI
NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
GRAZIA, MISERICORDIA E PACE
DA CRISTO SALVATORE NATO A BETLEMME
***

“Il farsi uomo di Cristo, per me è un’altra creazione”[1]

Amati Fratelli e Figli prediletti nel Signore,
Inneggiamo e glorifichiamo il Dio Trino, che ci ha resi degni anche quest’anno di giungere alla grande festa della Nascita secondo la carne, nella “piccola Betlemme” del Figlio e Logos di Dio Padre.
Festeggia ricolma di gioia la Santa Chiesa, il cui Cristo incarnato “ha assunto la carne”[2], costituendola “mondo del mondo”[3]. Sobbalza per le divine benedizioni non solo l’intero genere umano, ma “tutta la creazione”. “Tutto l’universo è oggi ricolmo di gioia. Cristo è nato dalla Vergine”[4]
In antitesi al “principio immutabile” degli Antichi, il nostro Dio è di per se stesso una comunione d’amore e si muove nel tempo in modo amorevole verso l’uomo e il mondo. “In questo sta l’amore, non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi”[5].
Il Logos pre-eterno del Padre, che ha dato all’uomo l’“essere”, gli offre con il Suo farsi uomo il “ben essere”. Questa è la nostra Festa, questo festeggiamo oggi, l’apparizione di Dio agli uomini, affinché noi morissimo per Dio, o ritornassimo…, affinché deposto l’uomo vecchio, rivestiamo il nuovo e come moriremo in Adamo, così vivremo in Cristo, compartecipi e co-crocifissi e consepolti e co-risorti con Cristo[6]. Per ogni uomo che viene al mondo è ormai aperta la via verso la Divinizzazione per grazia. Siamo tutti “ricettivi di Dio”. “Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”[7].
Purtroppo il Vangelo di Natale viene proclamato ancora di nuovo in un mondo, dove echeggia il rumore delle armi, dove viene praticata la violenza non provocata a scapito di persone e popoli, dove signoreggia diseguaglianza e ingiustizia sociale. Intollerabile è la situazione in cui si trovano innumerevoli bambini, vittime di conflitti bellici, di situazioni confuse, di sfruttamenti vari, di persecuzioni e discriminazioni, di fame e povertà e di privazioni dolorose.
Durante il passato Aprile, abbiamo avuto la occasione, col Santissimo Papa di Roma Francesco e col Beatissimo Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Ieronimos di constatare con i nostri occhi a Lesbo le vicissitudini dei profughi e dei migranti e particolarmente i problemi acuti dei bambini tribolati, vittime innocenti e indifese della violenza bellica, delle discriminazioni raziali e religiose e della ingiustizia, il cui numero aumenta continuamente.
La festa del Logos di Dio che si è fatto bambino per noi, il Cristo bambino, il cui sterminio viene ricercato dal potere mondano, secondo l’Evangelista Matteo[8], è un richiamo e un appello a prendere cura dei bambini, a proteggere queste vittime vulnerabili e a rispettare la sacralità della infanzia.
I fanciulli e le loro anime sensibili sono minacciate ovviamente anche nei paesi del mondo sviluppati economicamente e più stabili politicamente, per la grande crisi del matrimonio e della famiglia, per le varie interferenze e per l’esercizio della violenza fisica e psichica. L’anima infantile viene alterata dalla influenza deleteria dei mezzi elettronici e particolarmente dalla televisione e da internet nella loro vita e per il cambiamento radicale dell’ambiente comunicativo. Il puro economismo li trasforma presto in consumatori e l’eudemonismo fa sparire il fretta l’innocenza infantile.
Alla luce di tali pericoli, il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa, indirizzandosi “con particolare amore e tenerezza” ai fanciulli e ai giovani, riporta nella Sua Enciclica quanto segue: “Nella pentola delle molteplici definizioni sulla identità dell’infanzia, la nostra Santissima Chiesa presenta le parole del Signore: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.” (Mt. 18.3) e “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà” (Lc. 18.17), come anche quanto il nostro Salvatore ha detto per coloro i quali “impediscono” (Lc. 18.16) che i fanciulli si avvicinino a Lui e per coloro i quali “scandalizzano” (Mt. 18.6).
Il mistero del Natale è condensato nelle parole del Kontakion della Festa “per noi è nato, bambino nuovo, il Dio pre-eterno”. Il Dio Logos come bambino e il bambino come Dio, si rivela agli uomini con un “cuore puro” e con la semplicità del bambino. I fanciulli comprendono verità, che “i saggi e i sapienti” non possono raggiungere. “Dai bambini soltanto costruirai Gerusalemme”, sottolinea Odisseas Elitis nel “Da vicino”[9].

Fratelli e Figli nel Signore,
Indirizziamo un appello a tutti, a rispettare l’identità e la sacralità dell’infanzia. Davanti alla crisi migratoria mondiale, che intacca soprattutto i diritti dei fanciulli, davanti al flagello della mortalità infantile, del lavoro minorile, delle lesioni fisiche e della violenza psicologica, ma anche dei pericoli dell’alterazione dell’animo infantile a causa della loro esposizione incontrollata alla influenza degli attuali mezzi elettronici di comunicazione e della loro completa sottomissione al consumismo, proclamiamo il 2017 Anno di protezione della sacralità della infanzia, chiamando tutti a riconoscere e a rispettare i diritti e l’integrità dei bambini.
Come viene accentuato in un altro importante testo del Santo e Grande Sinodo, la Chiesa di Cristo, “con la sua parola mira prima di tutto non a giudicare e a condannare il mondo (cfr. Gv. 3,17 e 12, 47), ma a offrirgli come guida, il Vangelo del Regno di Dio, la speranza e la certezza che il male, sotto qualsiasi forma, non ha l’ultima parola nella storia e non deve essere lasciato a dirigere il suo cammino”[10].
Adorando con umiltà e compunzione il nostro Salvatore, il quale ci ha visitato dall’alto e inneggiando con canti ispirati la grandezza della Divina Economia per noi, piegando le ginocchia davanti alla Santissima Theotokos che tiene in sé il bimbo, rivolgiamo dall’infaticabile Fanar il saluto festoso “Cristo nasce, rendete gloria; Cristo scende dai cieli, andategli incontro”, a tutti i vicini e i lontani figli della Chiesa di Costantinopoli e inviamo loro gli auguri paterni e la nostra benedizione Patriarcale.
“Rafforzati dalla grazia che è in Cristo Gesù”[11] combattiamo tutti in concordia, fede e amore sincero, la buona lotta della nuova vita nella Chiesa, osservando quanto ci ha ordinato il Signore, che è con noi “tutti i giorni fino alla fine del mondo”.[12]

Natale 2016
Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo
fervente intercessore presso Dio di tutti voi



[1] Gregorio il Teologo, Sull’Etica, XLIV, VEPES 61,227.
[2] Giovanni Crisostomo, Omelia prima dell’esilio, PG 52, 429.
[3] Origene, Esegesi al Vangelo di Giovanni, vol 6, VEPES 12,63.
[4] Mattutino del Natale.
[5] 1 Gv. 4,10.
[6] Gregorio il Teologo, Discorso XLVIII sulla Teofania, VEPES 60,65.
[7] Gal. 3,28.
[8] Mt. 2,13.
[9] Ed. Isarco.
[10] La Missione della Chiesa Ortodossa nel Mondo contemporaneo – Introduzione.
[11] Cfr. 2 Tim. 2,1.
[12] Mt.28,20.

 + Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo,
diletto fratello in Cristo e fervente intercessore presso Dio

sabato 17 dicembre 2016

Domenica prima del Natale -18/12/2016 - Si fa memoria di tutti i padri che dall’inizio del mondo si sono resi graditi a Dio, da Adamo sino a Giuseppe, sposo della Santissima Theotokos. Sebastiano e Zoe martiri (287); Daniele il moldavo

Domenica prima del Natale 

Domenica dopo il Natale: San Giuseppe, sposo di Maria Vergine, San Davide, profeta e re e San Giacomo, Apostolo
 Si fa memoria di tutti i padri che dall’inizio del mondo si sono resi graditi a Dio, da Adamo sino a Giuseppe, sposo della Santissima Theotokos. 

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San Sebastiano martire
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Santa Zoe martire 

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Daniele il moldavo 



Lettura della Domenica
18 dicembre 2016

Apostolo
Eb 11, 9-10; 32-40

 Fratelli, per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per breve tempo il piacere del peccato. Questo perché stimava l'obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto; guardava infatti alla ricompensa. E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, i quali per mezzo della fede hanno conquistato regni, hanno esercitato la giustizia, hanno conseguito le promesse, hanno chiuso le fauci dei leoni, hanno spento la violenza del fuoco, sono sfuggiti al taglio della spada, sono stati rinvigoriti dalla malattia, sono divenuti forti in guerra, hanno messo in fuga le schiere degli stranieri, alcune donne riebbero per risurrezione  i loro morti. Altri invece furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una risurrezione migliore. Altri subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, vagarono coperti di pelli di pecore e capre, bisognosi, tribolati, maltrattati –di loro il mondo non era degno!- errando nei deserti e sui monti, tra le grotte e le spelonche della terra. Tutti questi, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa, avendo Dio predisposto qualcosa di meglio per noi, perché non ottenessero la perfezione senza di noi. 

Vangelo
 Mt 1, 1-25

 Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Farès e Zara da Tamar, Farès generò Esrom, Esrom generò Aràm, Aràm generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Boòz da Racàb, Boòz generò Obed da Ruth, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboàmo, Roboàmo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafàt, Giosafàt generò Ioràm, Ioràm generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliakìm, Eliakim generò Azòr, Azòr generò Sadòk, Sadòk generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattàn, Mattàn generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale fu generato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a David è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo è, infine, di quattordici. Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe il suo sposo era giusto e non voleva ripudiarla, e così decise di rimandarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei è dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio. E gli diede nome Gesù.

sabato 10 dicembre 2016

Domenica XI di Luca - 11/12/2016 - dei Progenitori Daniele (493) e Luca il nuovo (980), stiliti

 Domenica XI di Luca


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 dei Progenitori



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San Daniele (493)
  
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 San Luca il nuovo (980), stiliti 


Lettura della Domenica
11 Dicembre 2016

Apostolo
Col 3, 4-11

Fratelli, quando Cristo, la nostra vita, apparirà, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate dunque morire ciò che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passione, desideri sfrenati e quell’avidità di guadagno che è idolatria; a motivo di questi vizi l’ira di Dio viene sui figli della disobbedienza. Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. Ora però deponete anche voi tutte queste cose: ira, sdegno, malizia, maldicenza, parole oltraggiose che escono dalla bocca. Non mentitevi gli uni gli altri, poiché vi siete spogliati dell’uomo vecchio e del suo modo di agire e vi siete rivestiti del nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, a immagine del suo Creatore: in questa condizione non c’è più Greco o Giudeo, circonciso o incirconciso, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti. 

Vangelo
Lc 14,16-24, 
Mt 22,14
 Il Signore ha detto questa parabola: "Un uomo diede un grande banchetto, e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, tutto è pronto. Ma essi, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Ho comprato un campo e ho necessità di andare a vederlo; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho preso moglie, e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa, pieno di sdegno, disse al suo servo: Esci subito per le piazze e le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare perché la mia casa sia piena. Vi dico infatti: nessuno di quegli uomini che erano stati invitati gusterà la mia cena, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti ".

6 Dicembre 2016 - VISITA PARROCCHIALE A SAN NICOLA DI BARI IN OCCASIONE DELLA VISITA DI SUA SANTITA' BARTOLOMEO I° PATRIARCA DI COSTANTINOPOLI


                       6 Dicembre 2016  

VISITA PARROCCHIALE A SAN NICOLA DI BARI IN OCCASIONE DELLA VISITA DI SUA SANTITA' BARTOLOMEO I° PATRIARCA DI COSTANTINOPOLI  (foto)