sabato 25 febbraio 2017

Domenica dei latticini - 26/Febbraio/2017 - In questa domenica si fa memoria dell’esilio di Adamo dal Paradiso - San Porfirio, vescovo di Gaza ; San Fotinì la Samaritana, martire e San Teoclito martire.

Domenica dei latticini

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In questa domenica si fa memoria dell’esilio di Adamo dal Paradiso

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San Porfirio, vescovo di Gaza

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San Fotinì la Samaritana, martire;

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San Teoclito martire

Lettura della Domenica
26 febbraio 2017



Apostolo
Rm 13, 11 – 14, 4

Fratelli, è tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza bagordi e ubriachezze, senza immoralità e dissolutezza, senza litigi e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne. Accogliete chi è debole nella fede, senza discuterne le opinioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l’altro mangia solo legumi perché è debole. Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; colui che non mangia non giudichi chi mangia: infatti Dio ha accolto anche lui. Chi sei tu che giudichi un servo che non è tuo? Se sta in piedi o se cade, è cosa che riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di tenerlo in piedi.
Vangelo
Mt 6,14 -21

Il Signore ha detto: “Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. E quando digiunate, non assumete un’aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Ma tu, quando digiuni, profumati il capo e lavati il viso, affinché non appaia agli uomini che tu digiuni, ma solo al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore”.

Grande Quaresima 2017 -Messaggio di S.S. il Patriarca Ecumenico - Omelia catechetica in occasione dell'inizio della Santa e Grande Quaresima 2017

Grande Quaresima 2017

Messaggio di S.S. il Patriarca Ecumenico

Omelia catechetica in occasione dell'inizio della Santa e Grande Quaresima 2017




+ B A R T O L O M E O
PER GRAZIA DI DIO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI - NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA,
GRAZIA E PACE
DAL SIGNORE E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO,
E DA NOI PREGHIERA, BENEDIZIONE E PERDONO

***

Fratelli e Figli benedetti nel Signore,

Attraverso la grazia e la filantropia di Dio entriamo da domani nel periodo della Santa e Grande Quaresima, il momento più adatto per volgere l’anima umana, la nostra propria anima, verso il Signore.
Questo momento è un raccoglimento continuo davanti al mistero di Dio che si sviluppa ogni giorno, il mistero della salvezza dell’uomo. Per questo l’occasione offertaci dai Sacri Digiuni ha una particolare caratteristica: il ravvedimento e la sobrietà dell’anima, che è chiamata particolarmente durante questo periodo pieno di divini propositi e santità, a rendersi conto delle cose passeggere e visibili e per passare gradualmente verso le cose più importanti, superiori, verso le cose invisibili.
In modo rilevante e sinteticamente Andrea di Creta nel suo Grande Canone parla a sé e a ogni anima afflitta e affaticata dalle tentazioni e dalle preoccupazioni della vita presente. Il Santo, cosciente del peso dell’anima umana, ferita dal peccato, nella agonia grida: “Anima mia, anima mia, sorgi, perché dormi?”. Questo grido conduce alla presa di coscienza della vanità e al timore indicibile della fine della vita terrena: “La fine si avvicina e sarai (anima mia) nel turbamento”. Davanti alla fine inaspettata della vita che viene “come un ladro nella notte”, il Luminare di Creta, chiama se stesso e ogni anima ferita e pervasa dal timore della insicurezza: “Ritorna dunque in te, perché ti risparmi Cristo Dio, che è presente ovunque e che tutto ricolma”.
L’insegnamento e la voce patristica Ortodossa ci chiama, durante il periodo che ci sta davanti, a essere coscienti ciascuno di “chi siamo, dove ci troviamo e dove andiamo”, cioè dove ci dirigiamo; a percepire la vanità della vita effimera e a convertirci per quanto “in conoscenza e ignoranza, in parole e opere, in attività e in tutti i nostri sensi” abbiamo operato fino ad oggi non secondo il vangelo e la legge della Grazia di Cristo e a ravvederci. Solo allora troveremo misericordia e grazia e ci risparmierà colui che esamina i cuori e le intimità e tutti i segreti degli uomini e i pensieri che il Signore conosce, e non ci imputerà i vani pensieri che conducono alle opere vane e inutili.
La lotta che sta davanti a noi si computa nella nostra sobrietà e nel nostro ravvedimento, nellametanoia. Attraverso la metanoia, cioè attraverso la consapevolezza del nostro stato, e attraverso la confessione, la nostra vita si adorna, attraverso “la remissione dei peccati, la comunione dello Spirito Santo, la pienezza del regno dei cieli”. Il ravvedimento si identifica con la coscienza dell’uomo che si converte (cfr. 2 Cor. 1,12 e Rom. 2,15). La coscienza è dono di Dio.
Fratelli e Figli nel Signore,
Come Cristiani Ortodossi siamo chiamati a vivere il periodo della Santa e Grande Quaresima come un tempo di sobrietà coscienziosa e di ravvedimento, come un momento di eternità della nostra identità Ortodossa. Cioè, siamo chiamati a vivere e a convivere con Cristo; a vivere ecclesiologicamente e spiritualmente. Poiché solo nella vita in Cristo esiste la possibilità di ravvedere la nostra coscienza e di elevarci nel luogo della libertà reale e degli infallibili giudizi per il nostro riposo e la nostra redenzione.
Durante l’inizio di questo periodo benedetto, il Patriarca Ecumenico e la Santa e Grande Chiesa Madre di Cristo visitano ogni anima Cristiana Ortodossa stanca e gravata e inconsolabile dai valori e piaceri e godimenti della carne e di questo mondo, camminano e pregano insieme verso il “Re dei Re e Signore dei Signori, che viene a immolarsi e a offrirsi in pasto ai fedeli”. Rendi degni Signore, tutti i fedeli Ortodossi in pace e in contrizione di cuore di attraversare il sacro periodo e lo stadio che si apre “di grazia e forza, affinché dopo aver compiuto la corsa valorosamente, giungiamo tutti al giorno sovrano della tua resurrezione e con gioia incessantemente ti lodiamo con il capo incoronato” (cfr. Poema di Teodoro, Triodion).
Benedicendovi paternamente, figli amati e fedeli della Madre Chiesa, uniti con voi nelle preghiere e nelle suppliche, invochiamo su tutti la forza della Venerabile e Vivificante Croce e le intercessioni della Signora Theotokos, dei santi Angeli e di tutti i Santi, cosicché tutti quanti ci comportiamo in modo degno della nostra chiamata, come Ortodossi, e assaporiamo allo stesso modo il nutrimento e la gloria della Resurrezione del Signore, nel Quale vi è la potenza, il grazie e l’onore e la forza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Santa e Grande Quaresima 2017
Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo
Fervente supplice presso Dio di voi tutti.

 + Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo,
diletto fratello in Cristo e fervente intercessore presso Dio

sabato 18 febbraio 2017

Domenica di Carnevale In questa domenica si fa memoria della seconda e incorruttibile parusia del Cristo Filotea di Atene; San Archippo apostolo; San Niceta neomartire dell’Epiro Lettura della Domenica 19 Febbraio 2017

 Domenica di Carnevale 


 In questa domenica si fa memoria della seconda e incorruttibile parusia del Cristo Filotea di Atene; 

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San Archippo apostolo; 

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San Niceta neomartire dell’Epiro 

Lettura della Domenica
19 Febbraio 2017

Apostolo
I Cor 8,8 – 9,2
 Fratelli, non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio: se non ne mangiamo, non veniamo a mancare di qualcosa, né, mangiandone, ne abbiamo un vantaggio. Badate però che questa vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli. Se uno infatti vede te, che hai la conoscenza, stare a tavola in un tempio di idoli, la debole coscienza di questi non sarà spinta a mangiare le carni immolate agli idoli? Ed ecco, per la tua conoscenza va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro debole coscienza, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello! Non sono forse libero? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù, il nostro Signore? E non siete voi la mia opera nel Signore? Se per altri non sono apostolo, almeno per voi lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore. 

 Vangelo

Mt 25, 31- 46
 Il Signore ha detto: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli santi, siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutti i popoli, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il Re dirà a quelli alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo. Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? E il Re risponderà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato, forestiero, nudo, malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Allora egli risponderà loro: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna”. 



** ** ** La settimana successiva alla domenica di Carnevale è la settimana “dei latticini”. Si osserva in tutti i giorni il digiuno con licenza di latticini, uova, pesce, vino e olio.******

sabato 11 febbraio 2017

Domenica del Dissoluto - 12 febbraio 2017- San Antonio patriarca di C.poli, San Melezio di Antiochia


 Domenica del Dissoluto 


 San Antonio patriarca di C.poli

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San Melezio di Antiochia

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LETTURA DELLA DOMENICA

12 Febbraio 2017

Apostolo
I Cor 6, 12- 20
Venga la tua misericordia, Signore, su di noi, così come in te abbiamo sperato. Esultate, giusti, nel Signore, ai retti si addice la lode. (Sal 32, 22. 1) Fratelli, “tutto mi è lecito”, ma non tutto giova; “tutto mi è lecito”, ma io non mi lascerò dominare da nulla. “I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi”, ma Dio distruggerà questo e quelli! Il corpo non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! O non sapete voi che chi si unisce a una prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno –è detto- un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori dal suo corpo; ma chi si dà all’impudicizia pecca contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo! Glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che sono di Dio! 

 Vangelo
Lc 15, 11- 3

 Il Signore ha detto questa parabola: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta. E il padre divise fra loro il patrimonio. Dopo non molti giorni, il figlio minore raccolse le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze, vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese ci fu una forte carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quel paese, che lo mandò nelle sue campagne a pascolare i porci. Avrebbe voluto sfamarsi con le carrube che mangiavano i porci, ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e pensò: Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te, non sono più degno di essere chiamato figlio tuo. Trattami come uno dei tuoi garzoni! Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide e si commosse, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo coprì di baci. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te, non sono più degno di essere chiamato figlio tuo. Ma il padre disse ai suoi servi: Presto, portate qui il vestito più bello, e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, macellatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore era in campagna. Al ritorno, quando fu vicino casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e s’informò di cosa stesse accadendo. Quello gli disse: Tuo fratello è tornato e tuo padre ha macellato il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si indignò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e mai mi hai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha dissipato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me, e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.

sabato 4 febbraio 2017

Domenica XVI di Luca del Pubblicano e del Fariseo - 5 febbraio 2017 - San Agata di Catania martire San Teodosio di Scopelo beato.

Domenica XVI di Luca 
del Pubblicano e del Fariseo

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San Agata di Catania martire

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 San Teodosio di Scopelo beato 


Lettura della domenica
5 febbraio 2017

Apostolo
II Tim 3, 10-15

 Diletto figlio Timòteo, tu hai seguito da vicino la mia dottrina, la condotta, i progetti, la fede, la longanimità, l’amore, la pazienza, le persecuzioni e i patimenti che mi toccarono ad Antiochia, a Iconio, a Listri. Quali persecuzioni ho sofferto! Da tutte mi ha liberato il Signore! E ora tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. Gli uomini malvagi invece e gli impostori andranno avanti verso il peggio, ingannando e venendo ingannati. Tu però rimani saldo nelle cose che hai imparato e che credi fermamente: sai bene da chi le hai apprese, e fin da bambino conosci le sacre Scritture; esse possono procurarti la sapienza che conduce alla salvezza per mezzo della fede in Cristo Gesù. 

Vangelo
Lc 18, 10-14

 Il Signore ha detto questa parabola: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri e neppure come questo esattore delle tasse; digiuno due volte la settimana e pago la decima su tutto quanto guadagno. Il pubblicano, invece, fermatosi a distanza, non osava neppure alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore! Io vi dico che questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.